martedì 4 novembre 2008

è l'ora delle bombe

se qualche buontempone avesse la facoltà e il desiderio di guardarci dall'alto, osserverebbe senza sforzo che i terrestri, indipendentemente dal luogo, dalla classe sociale, dalla cultura, dall'età, da ogni altra variabile, insomma praticamente tutti sono soliti trascorrere la serata davanti a uno strano oggetto. dopo cena, o anche prima, vedrebbe che si siedono di fronte a uno schermo e per qualche ora stanno lì a guardare. l'alieno, sono certo, si darebbe varie ipotesi intorno alle cause e ai motivi del fenomeno. immagino che l'alieno, potendo, per prima cosa si proverebbe a scompaginare le carte, spegnendo con un clic quegli schermi per vedere l'effetto che ne consegue, un po' come quando noi, poveri cristi, mettiamo a soqquadro un formicaio e vediamo quel brulicare prima magnificamente composto farsi improvvisamente irrazionale, confuso, caotico.

a quanto pare i terrestri, almeno quelli che non seguono gli insegnamenti di rudolph steiner, non possono fare a meno della televisione. la circostanza è stata ben avvertita dai politici, i quali infatti fanno in modo di essere teletrasmessi in video e in voce a più non posso.
per esempio, da qualche tempo a questa parte vedo personaggi politici che compaiono in televisione alle sette del mattino.

ora. io alle sette del mattino normalmente dormo. se sono sveglio è per colpa dello stomaco che non mi lascia in pace.

premetto un concetto che mi piace molto esprimere ma nel quale non credo affatto (ciò che mi accade pressoché sempre): non capisco il motivo per il quale l'uomo (o la donna - da questo punto di vista è lo stesso) debba svegliarsi presto la mattina. la mattina è orrenda. perché non ci alziamo tutti alle dieci? perché? chi l'ha fatta questa regola che alle otto tutti pronti per andare al lavoro, a scuola, in giro? io non ci credo che la maggioranza degli esseri umani gradisca di svegliarsi in novembre alle 6.30 al freddo, col buio, cercare le pantofole a tentoni, gli occhi cisposi, infagottarsi in una vestaglia, guadagnare con fatica la caffettiera e preparare l'orrida bevanda (orrida per me, s'intende) senza la quale, ovviamente, non riesce a svegliarsi. non ci credo. credo che la maggioranza preferisca svegliarsi alle 9.30 dopo un bel riposo, guardare con piacere il sole alto nel cielo e fare una piacevole lunga colazione in una casa già ben calda. se è come penso io, vuol dire che la minoranza decide per la maggioranza. va .

torniamo in medias res. dicevo dei politici in tivù all'alba. sulle reti private lombarde tutte le mattine ci sono programmi che ospitano politici locali. costoro rispondono alle domande del conduttore e alle telefonate dei pensionati in diretta. stessa cosa sulle reti nazionali. partecipare alle trasmissioni della mattina sulla rai o su la 7 pare sia meta ambita.

ebbene, io non godo molto a vedere di pietro la mattina presto. non godo a sentire, appena sveglio, le liti tra salvini e latorre e non godo a cominciare la giornata ascoltando i pensieri di piergianni prosperini. uno potrebbe dire ma tu mica sei obbligato a vedere la tivù appena sveglio. lascialo spento, l'infernale marchingegno. se lo accendi, peggio per te.
e ad essere sinceri io non saprei cosa dire, a quel punto.

forse sì, lo saprei.
urca, ho scritto tutta 'sta pappardella proprio per questo.

il discorso è che sarebbe meglio se i politici, invece che in tivù, se proprio vogliono alzarsi presto, andassero al bar sotto casa, o meglio al bar lontano da casa. al bar dove c'è la persona comune, che è poi l'elettore, e che lo prendessero lì, il caffè. che stessero lì qualche minuto a parlare con la gente, che ascoltassero quello che dicono, gli intelligenti e gli stupidi, che andassero a sesto san giovanni, dove una volta c'erano quelli che votavano per il pci, e stessero lì con i vecchi. forse capirebbero tante cose. domando a me stesso: ma davvero la gente ama vedere tremonti e d'alema che discutono con floris? no. per me no. è impossibile. per me la gente vorrebbe vederlo in giro per la strada, il politico. fermarlo, parlargli. per me la politica è questa cosa qui. il territorio. non la televisione.

però adesso c'è porta a porta, e c'è roberta pinotti, del pd. in nero.
e allora penso ma scusa, al posto di uno che non ha ancora capito perché ha perso le elezioni e che continuerà a non capirlo, perché non facciamo anche noi come i tedeschi, i francesi o gli americani? quelli l'hanno capito che la donna tira. la hillary non ce l'ha fatta perché è un po' antipatichina e ha anche i polpacci grossi. la palin a momenti fa vincere un povero diavolo come mccain.

ma dico, noi che abbiamo una come roberta pinotti, con quel décolleté, stiamo ancora lì a pensare a cosa fare?

roberta, arma le bombe. accendilo tu questo sole che è spento.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Qualcuno, credo Truffò, diceva che la gente la sera guarda la televisione come una volta guardava il fuoco acceso del camino. Sarebbe, insomma, un'esigenza, possiamo dire primordiale ? Un bisogno fisico dei nostri occhi. Certo, questo non spiega il fenomeno della tivù mattutina. O forse sì.

Anonimo ha detto...

sì, la differenza è che davanti al camino la gente parla. il fuoco è associativo, la tivù dissociativa, almeno dal punto di vista microeconomico.

Anonimo ha detto...

decollèt.