lunedì 29 dicembre 2008

io amo marco

voglio dedicare un po' di spazio a un grande giornalista che per me è anche grande uomo.

marco travaglio.

mi piace perché è uno che dice quello che pensa, non ha paura di esporsi e financo di sovraesporsi, quando serve.
mi piace perché ha avuto il coraggio di parlare quando tutti tacevano, mostrando gli scheletri negli armadi di berlusconi e della sua combriccola, rivelando la reale caratura dei nostri politici, facendo sempre nomi e date, senza timore di smentita, scrivendo libri che tutti dovrebbero leggere, per capire davvero perché e per colpa di chi questo nostro paese sta andando a rotoli.
mi piace perché nei dibattiti televisivi sa mantenere sempre la calma, quando tutti intorno a lui la perdono. tutti si mettono a urlare e a sputacchiare e lui, grande, tranquillo, pacifico, non perde mai la bussola, non perde mai il filo del discorso. e alla fine la spunta sempre.
è un grande esempio di civiltà il suo fare pacato, misurato, elegante. quando ci vuole non risparmia sarcasmo e ironia, ma con intelligenza.
e debbo dire, con grande sincerità, che non invidio per nulla il fatto che egli sia un uomo desiderato da migliaia di donne. se lo merita.

il travaglio mi piace talmente tanto che per me non dovrebbe nemmeno stare tra i giornalisti (i quali, si sa, sono una razza un po' dannata). non dovrebbe stare neanche nei dibattiti, in mezzo a quella marmaglia di imbroglioni che sono i politici (soprattutto del centrodestra). forse non dovrebbe stare nemmeno sulla terra, tra noi poveri mortali. dovrebbe stare lassù.

lassù, tra le bianche nuuuuuvoleeeeeee

giovedì 18 dicembre 2008

c'è sempre stata Ethel

vent'anni fa, quando tutti dormivamo sdraiati sull'erba e raccoglievamo frutti da alberi ubertosi e facevamo l'amore liberi, passavo le notti a vedere i film di truffaut.
poi andavo al centro culturale francese, in via bigli, e li vedevo in lingua originale.
non è per fare il bastian contrario, ruolo che peraltro non mi è del tutto alieno, ma in verità ti dico che il più brutto film di truffaut è jules et jim. il secondo più brutto è effetto notte (che peraltro ho citato, in questi spazi).
jules et jim è una palla micidiale. un esercizio retorico. la voce off è petulante. jeanne moreau al meglio della sua antipatia. di fatto, un serio tentativo di vera fotografia in sequenza. che è il contrario del cinema. vedi alla voce jane campion.
il più bello? finalmente domenica. tirate sul pianista. la calda amante. i quattrocento colpi. baci rubati. la sirena del mississippi (il titolo italiano mi rifiuto). domicilio coniugale (idem). la camera verde. gli anni in tasca. mica scema la ragazza. adele h. l'uomo che amava le donne.
e poi, gli altri.

non vado più al cinema. e non mangio più la frutta.

ho accarezzato l'idea di intraprendere la strada per Santiago. ma, dopo tutto, a ben pensarci, non è il dove, che conta. è il come. andare a santiago in aereo non ha senso. il senso è andarci a piedi. bene. da questo punto di vista, santiago vale qualsiasi altro luogo, per chi crede nel simbolo, e non in squisite amenità. a questo punto, si converrà, il senso è intraprendere il cammino. che deve essere, per rappresentare raccoglimento, iniziazione, riflessione, spoglio, un lungo cammino.
anche roma, dunque, va bene. infatti c'è la via francigena. sarebbe un'alternativa.
il simbolo è il cammino, ma non solo. il simbolo è la fatica.
suggerisco di imparare a memoria l'elenco del telefono.
il virtuoso del pianoforte non è diverso dal contadino del kansas che sa tenere trecento piatti sul mignolo della mano destra mentre doma sei puledri con i piedi.
l'esercizio dell'uomo è sempre e comunque privo di senso, se non per l'uomo. il che equivale a guardarsi ossessivamente allo specchio, forse in attesa che appaia qualcos'altro.
l'unico senso resta sempre quello. mangiare, e cercare di infilare il cazzo in un corpo caldo. per noi maschi.
per le femmine non so.

il grande uomo bianco

allo stadio "giuseppe meazza" di milano, che a milano nessuno chiama meazza, quando gioca il grande milan c'è sempre un signore che lo va a vedere.
questo signore ha l'abbonamento, ed è un vip. ha l'abbonamento perché c'è sempre, a tutte le partite, perfino quelle di coppa uefa, ed è un vip perché il suo posto da abbonato è proprio dietro quello riservato ad adriano galliani, in tribuna vip, appunto.
orbene, questo signore è un personaggio davvero singolare.
egli sa, certamente sa, che il geometra galliani viene spesso inquadrato dalla telecamera durante la partita. egli sa anche, perché lo avranno visto i suoi parenti e amici, e si sarà visto anche lui da solo, che quando la telecamera inquadra il geometra non lo prende in primo piano. nell'inquadratura sono ripresi anche coloro che al geometra siedono accanto. e tra questi, per l'appunto, il nostro amico.
ma perché costui è personaggio singolare? ve lo dico subito.

perché indossa una polo di colore bianco.

tutto qui? sì.
egli indossa sempre la stessa maglietta bianca. tutto l'anno, tutte le partite del milan. ha molti capelli, canuti e bianchi, e polo bianca. è robusto, ha braccia ben tornite. i suoi bicipiti riempiono virilmente le maniche corte.
questa sera il grande milan giocava a san siro (così si chiama lo stadio di milano). la temperatura era di 5°C. il geometra galliani indossava camicia, giacca e cappottone. l'uomo seduto dietro di lui, una polo bianca a mezze maniche.
era impossibile non notarlo. stasera in modo particolare.
è un anno che lo studio. tutte le partite.
pioggia, grandine e vento. polo bianca.

caro Signore, io non La conosco, ma Lei certamente è un grand'uomo. permetta che Le stringa la mano.

cane

avrei dovuto smettere finché ero in tempo.
adesso è troppo tardi e ogni giorno che passa è peggiore del precedente.

io le ho viste, le mucche. e i cani.
non ce l'ho fatta. il coraggio è una virtù che non mi è stata data in sorte.

adesso vagheggio l'acquisto di un capanno per gli attrezzi e un ridicolo pezzo di terra ove posarlo, e viverci. così da completare una storia da pagliaccio.

adesso mi tocca leggere, sentire musica suonata al pianoforte.

vorrei tornare cane.
e invece sono costretto ad essere umano.

sabato 13 dicembre 2008

ci vuole sintesi

se davvero uno non riesce a contenersi, c'è modo e modo di raccontare le proprie così interessanti giornate. il conato a divertire è, per i più, fallimentare. la strizzatina d'occhio merita un pugno. la testimonianza di dolore deprimente. sono per l'asciuttezza. la difficile arte della sottrazione.
esempio. prendiamo la mia giornata di oggi.
i fatti salienti.
stamattina ho cantato per mezz'ora on my own di nikka costa.
stasera ho mangiato dieci barrette kinder.

si può fare di meglio.
stamattina on my own.
stasera kinder.

di più.
on my own.
kinder.

ecco. così sarebbe perfetto.

questo post non significa un cazzo.

venerdì 12 dicembre 2008

l'individuo intelligente

tutti gli stupidi pensano di essere intelligenti (altrimenti non sarebbero stupidi).
d'altro canto, tutti gli intelligenti, i quali, nonostante possano essere gravati da molteplici problemi, hanno la piena contezza di essere intelligenti, si dichiarano tali (almeno con loro stessi).
quindi, come possiamo discernere l'individuo intelligente?
semplice, mi si dirà. da quello che dice, da quello che scrive.
sì?
a me è capitato, e credo non solo a me, di leggere parole intelligentissime di persone che poi si sono rivelate, una volta conosciute vis-à-vis, di singolare idiozia.
sarà capitato a molti di dire, un certo momento della loro vita (magari masticando a bocca aperta, una tartina ai gamberetti tra le dita della sinistra, la destra tenuta occupata dal bicchiere):"ma chi è quel pirla?" e sentirsi rispondere: "è il più grande romanziere vivente, praticamente è dio". la parola romanziere potendo essere di buon grado sostituita con artista, pittore, scultore, poeta, regista e via così.
del pari ci sarà capitato di ascoltare parole altissime da persone che poi abbiamo sorpreso vestirsi da coniglio, con zampe da coniglio e orecchie da coniglio, applaudire a concerti di cantanti italiani, tenere di nascosto all'inter, farsi ricattare da loschi soggetti, scrivere editoriali deliranti inneggianti a lugubri leader politici o a gruppi studenteschi antisemiti.

così come l'uomo spiritoso, affascinante, generoso da lontano difficilmente lo è da vicino; così come la donna dolce, sensibile e lussuriosa da lontano si rivela il suo contrario da vicino.
(internet, da questo punto di vista, è una prova inconfutabile)
nello stesso modo in cui, il giorno in cui incontreremo il nostro idolo, ci deluderà.

quindi non solo niente è come sembra, niente è come non sembra. ma non divaghiamo.

dicevamo: nella nostra personale esperienza, che è quella che veramente conta ai nostri occhi, che sono gli unici che contano per noi, per giudicare il vero e il falso, l'intelligenza di una persona non si evince né da quello che scrive, né da quello che dice, né da quello che pensa.

il che, in buona sostanza, ci conduce a questa suprema alternativa: o non possiamo capire se una persona è intelligente, oppure nessuno lo è, oppure lo sono tutti.

oppure, definitivamente, che io sono un cretino.

giovedì 11 dicembre 2008

i magistrati, gli avvocati, le parti /4

ieri ero in udienza in aula sfratti. mentre aspettavo il mio amico e collega AM che si trovava nell'imbarazzante situazione di dover sfrattare, con suo grave dispiacere di uomo democratico, un marocchino detenuto presso il carcere di opera, mi sono messo a scorrere pigramente i fascicoli archiviati che giacciono tranquilli e liberi tra gli scaffali nella medesima aula sfratti.

nel giro di pochi minuti avrò fatto passare una trentina di ricorsi ex art 610 c.p.c., un paio di istanze ex art 6 L 431/98, una dozzina di ricorsi ex art. 611, sempre del c.p.c., e altre cose sparse.

allora mi sono reso conto che il lavoro del magistrato è veramente una rottura di coglioni. subito quindi mi sono dato dello stronzo, avendo io spesso gradito parlar male degli amici giudici. ho pensato guarda un po' questi che mestieraccio, decine e decine, centinaia di istanze, ricorsi, appelli, impugnazioni, comparse, memorie, note, deduzioni. tutti che vogliono, tutti che chiedono. e tu che devi soddisfare tutti. non puoi dirgli questa causa mi annoia, la sentenza non la voglio fare. la devi fare per forza. e fatta quella ce ne sono altre cento, più noiose ancora. e devi motivarli tutti, i provvedimenti (a parte certi decreti, ma sono pochini). motivare, dire, spiegare, scrivere, e scrivere bene. e non è mai finita, finché non vai in pensione. e poi gli avvocati che vengono a romperti le palle, che non sono mai contenti, che non capiscono, che si arrabbiano, che ti aspettano fuori dalla stanza per chiederti perché.
una vita d'inferno. io mi sono immedesimato, come si dice. davvero. mi sono detto ho sbagliato a parlar male dei giudici, guarda quanta cacca devono spalare.

poi oggi ho avuto un provvedimento di un giudice. l'ho letto, e mi sono sentito come sempre uno stronzo fumante. poi ho letto il codice. l'ho riletto. ho letto i miei atti. ho letto la giurisprudenza. mi sono consultato con colleghi. ho riletto il provvedimento.

quindi ho realizzato che lo stronzo, per una volta, non ero io.

mercoledì 10 dicembre 2008

marco p.

Egli è assediato da torme di pipistrelli invisibili.

martedì 9 dicembre 2008

I'm so tired

Scritta da Lennon a Rishikesh, insieme a tante altre, nel marzo del 1968. Registrata sette mesi dopo ad Abbey Road.

La bellezza del pezzo sta nella maliziosa ingenuità dell'esecuzione vocale del suo autore. Strofa in sordina, ritornello che sembra gridato, pur sulla tonalità bassa.

Una canzone di spontanea banalità nella melodia (quattro accordi in giro), sincera nelle intenzioni (Lennon era veramente alla ricerca di pace), divertente nel testo (Sir Walter Raleigh).

Nell'insieme, un pezzo incisivo, semplice, efficace, pulito.

Tralascio di discorrere intorno a "Paul is dead man, miss him, miss him".

Comincio da qui la mia modesta esegesi delle canzoni dei Beatles. Forse sarà questa la prima e l'ultima, io certo non lo posso sapere.

i tedeschi l'hanno modificata, l'ortografia.

Ad Andrea G. ke va alla Ricci: spero ke kn quella dikiarazione dicevi la verità al telefono dato ke mi è stato dtt ke t 6 mexo d'akkordo kn tuo frate x farmi fr una figuraccia. Da Julia 3D Cassinis.

cara giulia,
sei migliorata, ma puoi fare di più. si vede che hai le possibilità, ma non ti impegni come dovresti.
consentimi pertanto due brevi appunti.
- dikiaraz, senza ione
- telef, senza ono

come vedi, fanno ben sette lettere di troppo.
alla tua età, sono dimenticanze un po' gravi.
5

lunedì 8 dicembre 2008

rivolta contro il mondo moderno

abolire il risarcimento del danno.

abolire la sanzione.

ritornare alla reputazione.

semel magistratus, semper magistratus

tutto giusto quello che scrive andrea romano, che è il migliore di tutti.

tuttavia, ritengo che la classe di coloro che amministrano la giustizia in Italia incontrerà la stima che si merita solo il giorno in cui ognuno dei 58 o quelli che sono milioni di italiani ci avrà avuto personalmente a che fare.

dal momento che ciò non accadrà mai, possono restare tranquilli.

mercoledì 3 dicembre 2008

g.b. raglidi

mi si contesta la mancanza di disciplina.
fosse solo quello.
tra il fare bene una cosa e il farla alla cazzo di cane ci manca tanto così, dicevano alcuni.
la consolazione della filosofia non è abbastanza.

sono arrivato sempre in ritardo a capire le cose. anche adesso, mi arrabbio quando ormai è passato il punto di non ritorno.
mi arrabbio, ma poi finisce lì. vorresti costruire ma ti stufi subito, mi dicono.

era vent'anni fa, e scrivevamo un pezzo di teatro per prendere in giro il nostro insegnante di filosofia. in realtà stavo scappando da me stesso, da quello che sapevo sarei diventato. niente.
si chiamava "il ladro è fra noi", ti ricordi? lo demmo alla annina e lei cambiò alcuni nomi, giusto per sentirsi anche lei un po' autrice, quindi lo consegnò a suo nome al prof. non capivo, non capivo quanto eri incazzato, e non capivo perché. ci ho messo vent'anni. e adesso non te lo posso dire più, che l'ho capito pure io.

bisogna scappare, dice. sfuggire alle trasmissioni televisive, ai giornali, tutto. crearsi un mondo alternativo, chiudersi nella bellezza di bach, di van gogh.
fuggire nell'eremo.
vattene in galera. lì c'è la disciplina, le divise, le regole. tutto ordinato. e se uno vuole trovare conforto nella lettura, non ha che da scegliere. lontano da tutti, perfino dalle donne, con le loro scarpe e le loro borse. che figata.

vorrei, disperatamente, credere che questo fosse il migliore dei mondi possibili. vorrei anche io farmelo venire duro tra le pagine degli storiografi del partito, mentre mi mantengo in forma, mentre resto magro, andando a scartabellare tra le bancarelle per scoprire se togliatti censurò o non censurò i diari di gramsci.

e l'altro? quello che sta male? certo. sta male. sì sì. quanto dolore raccolto da quelle pagine. proprio lui, che potrebbe essere un esempio per tutti noi, una guida, il più dotato, il più intelligente. ah, come sta male. la sciampista l'ha piantato.

non c'è immagine di cascata che equivalga a una cascata. il cinema è sempre un'emozione triste. non mi interessa viaggiare, non serve, alla fine. ma tu ci dovevi essere, la mattina alle 6, a basse-terre, e sentire quell'umido, l'odore delle foglie sotto il sole. quell'aria lì, non c'è regista.

pure l'aberrazione di avere il blog in ordine, devo sentire. il mio fottuto blog.

avete ragione tutti.
non ne me frega più un cazzo.

martedì 2 dicembre 2008

la catastrofe dell'umanità

la via giusta è la via difficile.

perché scrivere?

perché fare qualsiasi cosa?

sono assalito da pensieri turpi (se non sia più umano morire di tifo in una casa di fango, tra bambini denutriti coperti di mosche, che al termine di una lunga esistenza dedicata al lavoro, alla famiglia, alla celebrazione delle feste, al sesso, alle serate guardando la televisione, alle domeniche allo stadio, alla ricerca della felicità, alla settimana bianca, alla gita in barca, al sacrificio, all'automobile, alla preghiera, alla birra, allo sport, alla notte, allo studio dei classici, allo studio di funzione, alla musica, alla tradizione, alla scoperta della tomba del faraone, alla filosofia, alla farmacologia, alla conoscenza delle civiltà primitive, dei loro usi e costumi, delle loro condizioni di vita, della loro lingua, della loro fame)

mi permetto di dettare tre principi per salvare il mondo:

1. fedor dostoevskij è uno scrittore più bravo di clive cussler

2. il diario di una commessa non è di aiuto all'umanità

3. il lato oscuro della forza è più forte

lunedì 1 dicembre 2008

sulla fiducia

sabato sono stato al salone del libro usato, alla fiera.

c'era molta fuffa, molta roba da bancarella, alcune cose interessanti, tutto a prezzi senza senso.

però ho fatto due acquisti:

- atti unici di anton cechov, edizione bur 1960 - Euro 2,00

- un manifesto autentico del partito comunista italiano, datato marzo 1977, sfilato da qualche sezione (da botteghe oscure ha detto l'uomo, ma io non gli ho creduto) - Euro 20,00

il secondo, come dice rené, va considerato un investimento.

il grande milan

tra ieri e oggi ho visto le seguenti partite:

werder brema - eintracht
siviglia - barcellona
manchester city - manchester united
chelsea - arsenal

tutte bellissime partite.

poi ho visto il milan.

il milan è di gran lunga, e da anni, la squadra che gioca peggio al mondo. non so perché mi ostino a vedere tutte le partite del milan. ho addirittura mantenuto l'abbonamento a sky calcio perché ero convinto che quest'anno avremmo fatto un gran campionato.
invece è il solito milan. la solita pena.
il milan ha 27 punti. almeno sette di troppo.
a parte la prima partita di campionato, contro il bologna, che sarebbe dovuta finire 18 a zero per noi, in almeno altre cinque partite il milan ha rubato dei punti (contro sampdoria, atalanta, siena, napoli, chievo). il milan ha pareggiato malamente a lecce, cagliari e torino (contro il torino). poi ha perso meritatamente tre a uno contro il palermo.

tutte le squadre giocano 90 minuti. il milan, se va bene, ne gioca 45. a volte 20, a volte 10.
il milan non ha un gioco. ha un allenatore che avuto una sola idea in tutta la sua carriera (pirlo davanti alla difesa) e basta. ha giocatori presi in saldo a fine carriera (zambrotta, favalli), giocatori vecchi (inzaghi, pirlo), giocatori finiti (maldini, sheva, seedorf - il mio pallino, uno che non vorrei mai più veder giocare), giocatori scadenti (kaladze, jankulovski, bonera), giocatori inguardabili (senderos). il milan, allo stato, al suo attivo possiede: un campione (kakà), una promessa non ancora mantenuta (pato), una prima punta discreta (borriello), un bravo scarpone (gattuso), un onesto pedalatore (flamini), un centrocampista gagliardo sul viale del tramonto (ambrosini), un fuoriclasse spompatissimo e beone che gioca 5 minuti ma la mette dentro (ronaldinho). alessandro nesta, che da solo vale mezza squadra, non so se prenderlo in considerazione, visto che non ha mai giocato. in ogni caso, il milan non corre, cammina.

adesso, prima di vomitare, vado a cercare la dichiarazione di galliani del dopo partita. sarà, come sempre, una di queste due: 1) "non ci dobbiamo dimenticare che siamo i campioni del mondo"; 2) "siamo la squadra più titolata al mondo".

siamo una squadra di merda con dei giocatori di merda, una società di merda con dirigenti di merda, e dei tifosi di merda come me.