se qualche buontempone avesse la facoltà e il desiderio di guardarci dall'alto, osserverebbe senza sforzo che i terrestri, indipendentemente dal luogo, dalla classe sociale, dalla cultura, dall'età, da ogni altra variabile, insomma praticamente tutti sono soliti trascorrere la serata davanti a uno strano oggetto. dopo cena, o anche prima, vedrebbe che si siedono di fronte a uno schermo e per qualche ora stanno lì a guardare. l'alieno, sono certo, si darebbe varie ipotesi intorno alle cause e ai motivi del fenomeno. immagino che l'alieno, potendo, per prima cosa si proverebbe a scompaginare le carte, spegnendo con un clic quegli schermi per vedere l'effetto che ne consegue, un po' come quando noi, poveri cristi, mettiamo a soqquadro un formicaio e vediamo quel brulicare prima magnificamente composto farsi improvvisamente irrazionale, confuso, caotico.
a quanto pare i terrestri, almeno quelli che non seguono gli insegnamenti di rudolph steiner, non possono fare a meno della televisione. la circostanza è stata ben avvertita dai politici, i quali infatti fanno in modo di essere teletrasmessi in video e in voce a più non posso.
per esempio, da qualche tempo a questa parte vedo personaggi politici che compaiono in televisione alle sette del mattino.
ora. io alle sette del mattino normalmente dormo. se sono sveglio è per colpa dello stomaco che non mi lascia in pace.
premetto un concetto che mi piace molto esprimere ma nel quale non credo affatto (ciò che mi accade pressoché sempre): non capisco il motivo per il quale l'uomo (o la donna - da questo punto di vista è lo stesso) debba svegliarsi presto la mattina. la mattina è orrenda. perché non ci alziamo tutti alle dieci? perché? chi l'ha fatta questa regola che alle otto tutti pronti per andare al lavoro, a scuola, in giro? io non ci credo che la maggioranza degli esseri umani gradisca di svegliarsi in novembre alle 6.30 al freddo, col buio, cercare le pantofole a tentoni, gli occhi cisposi, infagottarsi in una vestaglia, guadagnare con fatica la caffettiera e preparare l'orrida bevanda (orrida per me, s'intende) senza la quale, ovviamente, non riesce a svegliarsi. non ci credo. credo che la maggioranza preferisca svegliarsi alle 9.30 dopo un bel riposo, guardare con piacere il sole alto nel cielo e fare una piacevole lunga colazione in una casa già ben calda. se è come penso io, vuol dire che la minoranza decide per la maggioranza. va bé.
torniamo in medias res. dicevo dei politici in tivù all'alba. sulle reti private lombarde tutte le mattine ci sono programmi che ospitano politici locali. costoro rispondono alle domande del conduttore e alle telefonate dei pensionati in diretta. stessa cosa sulle reti nazionali. partecipare alle trasmissioni della mattina sulla rai o su la 7 pare sia meta ambita.
ebbene, io non godo molto a vedere di pietro la mattina presto. non godo a sentire, appena sveglio, le liti tra salvini e latorre e non godo a cominciare la giornata ascoltando i pensieri di piergianni prosperini. uno potrebbe dire ma tu mica sei obbligato a vedere la tivù appena sveglio. lascialo spento, l'infernale marchingegno. se lo accendi, peggio per te.
e ad essere sinceri io non saprei cosa dire, a quel punto.
forse sì, lo saprei.
urca, ho scritto tutta 'sta pappardella proprio per questo.
il discorso è che sarebbe meglio se i politici, invece che in tivù, se proprio vogliono alzarsi presto, andassero al bar sotto casa, o meglio al bar lontano da casa. al bar dove c'è la persona comune, che è poi l'elettore, e che lo prendessero lì, il caffè. che stessero lì qualche minuto a parlare con la gente, che ascoltassero quello che dicono, gli intelligenti e gli stupidi, che andassero a sesto san giovanni, dove una volta c'erano quelli che votavano per il pci, e stessero lì con i vecchi. forse capirebbero tante cose. domando a me stesso: ma davvero la gente ama vedere tremonti e d'alema che discutono con floris? no. per me no. è impossibile. per me la gente vorrebbe vederlo in giro per la strada, il politico. fermarlo, parlargli. per me la politica è questa cosa qui. il territorio. non la televisione.
però adesso c'è porta a porta, e c'è roberta pinotti, del pd. in nero.
e allora penso ma scusa, al posto di uno che non ha ancora capito perché ha perso le elezioni e che continuerà a non capirlo, perché non facciamo anche noi come i tedeschi, i francesi o gli americani? quelli l'hanno capito che la donna tira. la hillary non ce l'ha fatta perché è un po' antipatichina e ha anche i polpacci grossi. la palin a momenti fa vincere un povero diavolo come mccain.
ma dico, noi che abbiamo una come roberta pinotti, con quel décolleté, stiamo ancora lì a pensare a cosa fare?
roberta, arma le bombe. accendilo tu questo sole che è spento.
martedì 4 novembre 2008
è l'ora delle bombe
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3 commenti:
Qualcuno, credo Truffò, diceva che la gente la sera guarda la televisione come una volta guardava il fuoco acceso del camino. Sarebbe, insomma, un'esigenza, possiamo dire primordiale ? Un bisogno fisico dei nostri occhi. Certo, questo non spiega il fenomeno della tivù mattutina. O forse sì.
sì, la differenza è che davanti al camino la gente parla. il fuoco è associativo, la tivù dissociativa, almeno dal punto di vista microeconomico.
decollèt.
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