il fatto: un signore ha impugnato una delibera di assemblea condominiale, fondatamente. nelle more del giudizio il condominio ha ratificato la delibera impugnata con nuova deliberazione. il giudizio è nondimeno proseguito, avendo il giudice ritenuto la causa matura per la decisione senza necessità di istruttoria, valutando un'eccezione preliminare del convenuto condominio idonea a risolvere il giudizio. due udienze in tutto.
inciso: la causa non è mia. l'eccezione del convenuto è infondata.
conclusione: il giudice ha rigettato la domanda dell'attore con decisione nel merito (ritenendo espressamente non di pregio l'eccezione preliminare), concludendo circa l'infondatezza della domanda, pur in difetto di attività istruttoria. il giudice ha quindi, in ossequio al principio della soccombenza, condannato l'attore a pagare le spese legali alla controparte.
importo delle spese legali: 9.800 euro.
in sintesi: un signore ha fatto una causa avendo ragione e ha pagato più di 10.000 euro.
ogni avvocato italiano potrebbe fornire decine di casi simili. ma degli avvocati parliamo dopo.
molte persone vengono da me perché desiderano essere ascoltate da un giudice. perché vogliono che sia un giudice, un soggetto terzo, imparziale, responsabile, che ha studiato, che ha un ruolo importante, a decidere chi ha ragione. non si rivolgono a un essere umano, si rivolgono a un ufficio, a una carica, a una funzione. non pensano, giustamente, che nel giudizio possano influire le opinioni personali del magistrato, le sue idee politiche, il suo sesso. non pensano minimamente che nel complesso procedimento di formazione del suo convincimento il magistrato possa essere fuorviato dalla serata precedente, dal litigio con il coniuge, dai colleghi antipatici, dal mal di stomaco, dalla improvvisa assenza di voglia di lavorare, dalla simpatia del momento.
la gente si rivolge al magistrato perché desidera essere presa in considerazione, perché vuole essere ascoltata. ciò che è esattamente l'ultima cosa che interessa a un magistrato. il magistrato, se potesse, le parti non le vorrebbe mai vedere, e men che mai sentire.
ma il problema non è questo.
il problema è che chiunque, chiunque abbia avuto a che fare con la giustizia italiana non vuole mai più averci a che fare.
a meno che non sia un mariuolo, ma questo è un altro discorso.
nel caso sopra riportato, l'avvocato cui sono state liquidate le spese (9.800 euro) ne aveva chiesti 13.000.
13.000 euro per due udienze e due atti difensivi. ricordo che non stiamo parlando della vertenza enimont.
i miei colleghi ormai campano sui clienti. campare sui clienti vuol dire usare il cliente per vivere.
ho visto chiedere 5.000 euro per una raccomandata. ho sentito chiedere 1.800 euro a un amico per una consulenza telefonica.
potrei andare avanti all'infinito.
su questo sfondo si muovono le parti. le quali, conoscendo gli avvocati ma essendo obbligate ad affidare loro il mandato, cercano di essere le prime a fottere prima di essere fottute.
e da vespa ci si interroga sulla camorra. come mai la gente non ha il senso dello stato come mai preferisce la camorra come mai qui là.
come mai?
la camorra funziona.
se ti rivolgi alla camorra, la camorra risolve il problema. presto, bene, nei termini convenuti.
do un consiglio a chiunque stia pensando di promuovere una causa civile: non farlo. rivolgiti alla camorra.
venerdì 7 novembre 2008
i magistrati, gli avvocati, le parti/3
scoreggiato da pim alle ore 00:41
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1 commento:
Complessivamente, mi sembra una visione troppo pessimistica.
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