mercoledì 27 febbraio 2008

ecco perché non mi piace

il cristianesimo ha distrutto la tradizione.
ha distrutto il cosiddetto paganesimo, ovvero la cultura arcaica, la più alta forma di pensiero che il mondo abbia prodotto. ha distrutto (ha cercato di distruggere) la vocazione simbolica, cosmologica, esoterica.

ha distrutto il mito.

e ha distrutto l'uomo, riducendolo ad un miserabile schiavo. passivo, colpevole, incapace di comprendere, in muta e obbligata, ottusa adorazione.

ha voluto sostituire la violenza con la solidarietà.

ha ribaltato il sistema di valori tradizionale. non più la forza e la bellezza, non più il coraggio e la morte ma la vita, senza se e senza ma.

ha ucciso la natura.

martedì 26 febbraio 2008

a casaccio

il nuovo sito del foglio è una schifezza (parlo dei contenuti, non della grafica, che è carina). guardate come siamo bravi e come siamo belli. da vomitare.
non so perché continuo ad averlo come pagina principale, visto che non lo leggo nemmeno.
d'altra parte le alternative sono:
tornare a dagospia (ma si sa, le minestre riscaldate)
redtube/youporn (più sincero, meno professionale)
l'ordine degli avvocati (tristezza)
un altro giornale (e poi lo leggo?)
google (deprimente)
about:blank

chiudo con alcune domande che mi assillano la mente
- perché in tutti i film, telefilm, pubblicità e cose varie le automobili hanno tutte lo stesso antifurto (quello che fa plic plic)?
- la senatrice binetti è un male necessario? perché il partito la candida? possiede anche lei un feudo come ceppaloni?
- perché non andiamo a bere qualcosa?

martedì 19 febbraio 2008

conosci l'italia

non so quelli del tredicesimo secolo ma oggi per me i toscani sono esseri umani un po' meno intelligenti degli altri.

volevo finire qui. mi sembrava una frase efficace e spiritosa.
poi ho pensato perché non proseguire con gli altri, non essere pigro come al solito.
e allora,
i siciliani mi piacciono, anche se se la tirano, pensano solo al concetto di "rispetto" e a taliari i fimmini d'autri (i maschi) e a fare finta di non comandare (le femmine).
i liguri sono intelligenti, anche se dovrebbero abbassare i prezzi degli affitti delle case al mare.
i calabresi sono già abbastanza rognati per conto loro, li lascio stare
i pugliesi sono incattiviti ma sinceri (come gli amari delle pubblicità).
i friulani non si rendono molto conto di come funzionano le cose, e la sgnappa non li aiuta.
gli emiliani pensano di essere grandi organizzatori, non si sa perché.
i romagnoli sono allegri, e anche qui non è dato capire.
i marchigiani sono gente attenta, senza identità, senza passato, futuro plumbeo.
i molisani hanno dato i natali a un grande uomo, e ciò basta e avanza, per me.
i lucani non li conosco. ho conosciuto solo un'avvocatessa, una volta, un po' inutile.
i lombardi sono: intristiti dagli aperitivi i milanesi, intristiti dalla fabbrica i bergamaschi, intristiti dal denaro i bresciani, intristiti dal lago i comaschi e i lecchesi, intristiti da milano i pavesi e i varesotti.
i veneti sono ricchi perché hanno fatto i soldi col miracolo del nordest che consiste nel fregare milioni di persone con le case d'aste, le multiproprietà, le vendite per corrispondenza, le vendite fuori dai locali commerciali. i veneti, in più, parlano un dialetto per lo più orrendo.
i campani li conosco poco. conosco i napoletani, che sono dei simpaticoni. peccato che ogni napoletano esca di casa ogni mattina sperando di essere il primo lui a fregare te, il che è un luogo comune, e per questo assolutamente vero.
gli umbri sono occlusi.
i sardi sono diffidenti in modo maniacale, però hanno la generosità meridionale, che piace sempre.
i piemontesi sono bravi a fare il vino, e pochissime altre cose.
i trentini sono pochi, gli altri pensano di essere tedeschi, non si capisce perché.
gli abruzzesi hanno gli arrosticini, il che è un po' poco, a parer mio.
i laziali sono: romanacci i romani e sfigatoni tutti gli altri.
i valdostani hanno una serie di caratteristiche negative comuni ad altri (la spinta secessionista, l'umor montano, la piccolezza del territorio, lo sguardo meno largo) e il vov.

il quale vov dà sostanza, perché è uovo.

lunedì 18 febbraio 2008

mentre morivo

una famiglia di contadini miserabili. la madre muore. padre e cinque figli decidono di trasportare la bara su un carretto fino a un paese un po' distante e seppellirla là, ove, dicono, lei avrebbe voluto.

è il secondo libro che leggo di faulkner. bellissimo.

la grandezza non sta nella tecnica narrativa, comunque straordinaria (ancora di più se consideriamo anche il come, il dove e il quando).

sta nella terra, nelle assi della bara, nel sole, nel calore, nel fiume, nel cavallo.

sta nel sudore di cash con la gamba spezzata, nell'odio di mamma per i bambini, nel piede nudo della ragazza, nel pesce pieno di terra, nel mulo che affoga.

sta nel mondo senza speranza, mondo di destini obbligati, di esseri umani impotenti, inutili, penosi. sta nel pensiero piccolo, nella gioia del niente, nella volontà stolta.

faulkner, come ogni artista, crea personaggi troppo belli per essere veri.

ma come la terra è terra e il fiume fiume, la mediocrità della verità emerge in tutta la sua forza.

a scriverla così, sembra la recensione di un romanzo verista.
non è così. c'è qualcosa in più.
c'è la bellezza.

venerdì 15 febbraio 2008

ma che schifo, scusa.

oggi ho fatto la più bella soffiata di naso della mia vita.
e mi sono divertito molto con il risultato.

quando si arriva a citarsi

forse è ora di cominciare a dire che non è tanto giusto essere democratici. o meglio, che la democrazia è un valore in quanto le persone che la professano e la coltivano ne sono meritevoli.

non è giusto dare il diritto di voto a chi tira i sassi in autostrada, a chi gioisce delle disgrazie altrui.

non siamo tutti uguali.
alcuni diritti non sono acquisibili per la mera nascita. il nome sì, l'elettorato attivo no.
alcuni diritti vanno meritati
chi decide? già.

l'aristocrazia esiste.
io li voto, gli ottimi. siano loro a giudicarmi. vedano la mia vita, le mie scelte, e decidano se posso far parte della polis. la cooptazione non è un male, se si comincia dal bene.

la democrazia in mano all'orrore è la peggiore delle disgrazie. il nulla che si perpetua nel nulla.

di fronte allo stupido, scelgo il cattivo. non mi deluderà, sarà leale, sarà, dal lato oscuro - più potente, un affidabile avversario.

pensare di essere salvati da una congrega di delinquenti mascherati da benefattori è la fine dell'uomo. mi consegno volentieri all'altro.

il bello non esiste, e figuriamoci il buono. l'arte è tutta arte. l'impronta dello stivale di damien hirst è esattamente come la vergine delle rocce. uccidere un bambino è un gesto malvagio quanto raccogliere un fiore.
14 febbraio 2008 19.18

giovedì 14 febbraio 2008

è già tardi

papa ratzinger si sta rivelando sempre di più quale individuo pericoloso per l'umanità.

il vuoto pneumatico che sta nelle teste dei suoi contraddittori certo non è di ostacolo al disegno, ormai chiaro, che vede un ritorno al potere secolare.

è vero, putroppo, che morto un papa se ne fa un altro.

tuttavia, meglio un altro.

up patriots to arms.

mercoledì 6 febbraio 2008

è con l'espressione della più profonda amarezza che sono a

tutto è partito gurdando la televisione, ieri sera. c'erano molinari, rocca e altri che dopo cena discutevano di politica attorno al tavolo.
a me manca terribilmente un tavolo, una cena, una conversazione tra amici. senza orologi, impegni, bugie. non c'è niente che valga di più.
invece.


caso 1

un po’ di tempo fa ho prestato dei soldi a un amico. un caro amico.
pochi. quelli che potevo, con grande sforzo. era in difficoltà e per me era la cosa più naturale aiutarlo. glieli ho dati con la certezza che non li avrei più ripresi.
bene.
ieri ho scoperto che questo mio amico ha qualche migliaio di euro sul conto corrente, ha diecimila euro in bot e anche un libretto di risparmio al portatore (per il figlio, dice). l’ho scoperto perché me lo ha detto lui.

caso 2

mia nonna aveva una casa di proprietà. quando è morta ho detto a mia madre che avrei potuto adattarla a studio legale e cominciare la mia avventura nel mondo della libera professione. mia madre disse: "due anni, poi la vendo".
dopo due anni (durante i quali ho pagato l'affitto) mi ha buttato fuori e ha venduto la casa.
i soldi che ne ha ricavato sono stati utilizzati per l’acquisto di due pellicce e altre cose.
l’altra nonna ha una casa di proprietà, dove tuttora vive. ho pensato che il giorno che dovesse morire potrebbe servire a mio figlio. mia madre dice che bisogna venderla.

caso 3

tutti i giorni devo faticare per farmi pagare dai miei clienti.
i miei clienti hanno tutti varie case di proprietà (la mia occupazione consiste spesso nel liberarle dagli inquilini).
quando è il momento di pagare, dicono, a me, che non hanno soldi.

conclusioni

continuo a non voler credere che il mio prossimo è una merda, ma faccio fatica.