i magistrati sono ignoranti di un'ignoranza deprimente.
un'ignoranza irrimediabile, integrale, disumana.
molti di loro poi sono dei mentecatti, il che, a ben vedere, è strano.
ho girato molti meccanici, medici, gommisti, operai edili, ragionieri, elettricisti e nessuno di loro era un pazzo. gli ingegneri, per esempio, sono un po' strani ma è perfettamente comprensibile, dal momento che tutti loro hanno studiato cose come analisi I, analisi II e meccanica razionale. è normale che dopo aver superato con profitto l'esame di meccanica razionale uno poi faccia fatica ad allacciarsi le scarpe o non sappia compilare un assegno. stessa cosa, si capisce, per colui che otto ore al giorno per 5 anni si occupa di trovare la parola mancante nel frammento di alcmane; stessa cosa, posso arrivare a dire, anche per colui che si è sciroppato la critica della ragion pratica, la critica della ragion pura e la critica del giudizio.
meno comprensibile se il soggetto in questione ha semplicemente superato un concorso, certo difficile, nel quale tuttavia era richiesto di conoscere la differenza tra risoluzione, recesso e rescissione, ovvero tra i diversi modi di estinzione dell'obbligazione non satisfattivi.
eppure, tant'è.
uno supera un concorso pubblico e dopo 6 mesi il destino di migliaia di persone è nelle sue mani.
a quel punto si aprono due strade: il terrore della spaventosa responsabilità; la totale indifferenza. nel 99% dei casi il giovane magistrato prende la seconda. il perché ciò accada mi è assolutamente incomprensibile.
gli avvocati sono, per la maggior parte, dei tragici automi.
gli avvocati sono come le bionde con la minigonna.
m spiego. ogni giorno vedo, senza alcuno sforzo, almeno una trentina di donne perfettamente uguali. uguali nel vestito, nel gesto, nel linguaggio. ascoltano la stessa musica, leggono lo stesso giornale, pensano la stessa cosa, dicono le stesse cose, hanno gli stessi desideri, le stesse idee, vivono la stessa vita. l'uomo è riuscito a realizzare il mondo degli ultracorpi. i film di fantascienza degli anni '50 pensavano che i marziani fossero tutti uguali. tutti coi loro vestitini, sincronizzati nel pensiero, nella parola e nel movimento. dall'astronave aliena non potevano uscire che milioni di alieni identici. siamo noi, così. non i marziani.
ebbene, gli avvocati, anche loro, appunto.
gli avvocati si ripetono gli uni agli altri le stesse frasi. c'è la frase da dire a inizio telefonata, quella quando il gioco si fa duro, quella al collega antipatico fuori udienza. sono centinaia di sintagmi, di luoghi comuni, di citazioni tralatizie, di esercizi di mimesi.
ogni circostanza, una frase.
gli avvocati sono come i primi robot. quelli che erano addestrati a pochi semplici comandi: vai, fermo, alza il piede, fai il saluto.
la cosa bella è che a loro piace da morire. come alle bionde dal parrucchiere che guardano il servizio fotografico su vanity fair.
le parti sono detestate dai magistrati e dagli avvocati e siccome lo sono si comprano vanity fair e iscrivono i figli a giurisprudenza, se sono intelligenti; se sono stupidi, li mandano da maria de filippi.
sabato 19 luglio 2008
i magistrati, gli avvocati, le parti /2
scoreggiato da pim alle ore 00:51
Etichette: magistrati
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2 commenti:
Andrea ha delle bellissime gambe ed un bel sedere, starebbe da dio con la minigonna. Magari glielo propongo... ma sul biondo non saprei.
Consorte di AM
Sugli avvocati hai perfettamente ragione ...mancano di inventiva..
al processo sono come quei concorrenti di passa parola che devono sceneggiare che non sanno come andrà a finire
decisamente è ora che il pubblico abbandoni l'immagine cinematografica dell'avvocato grintoso inventivo insonne proteso al risultato stile "tom cruise" o "richard geere"...e che aprendo gli occhi ammetta che non ce ne sono di migliori o di peggiori...sono tutti capaci allo stesso modo....
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