mercoledì 3 dicembre 2008

g.b. raglidi

mi si contesta la mancanza di disciplina.
fosse solo quello.
tra il fare bene una cosa e il farla alla cazzo di cane ci manca tanto così, dicevano alcuni.
la consolazione della filosofia non è abbastanza.

sono arrivato sempre in ritardo a capire le cose. anche adesso, mi arrabbio quando ormai è passato il punto di non ritorno.
mi arrabbio, ma poi finisce lì. vorresti costruire ma ti stufi subito, mi dicono.

era vent'anni fa, e scrivevamo un pezzo di teatro per prendere in giro il nostro insegnante di filosofia. in realtà stavo scappando da me stesso, da quello che sapevo sarei diventato. niente.
si chiamava "il ladro è fra noi", ti ricordi? lo demmo alla annina e lei cambiò alcuni nomi, giusto per sentirsi anche lei un po' autrice, quindi lo consegnò a suo nome al prof. non capivo, non capivo quanto eri incazzato, e non capivo perché. ci ho messo vent'anni. e adesso non te lo posso dire più, che l'ho capito pure io.

bisogna scappare, dice. sfuggire alle trasmissioni televisive, ai giornali, tutto. crearsi un mondo alternativo, chiudersi nella bellezza di bach, di van gogh.
fuggire nell'eremo.
vattene in galera. lì c'è la disciplina, le divise, le regole. tutto ordinato. e se uno vuole trovare conforto nella lettura, non ha che da scegliere. lontano da tutti, perfino dalle donne, con le loro scarpe e le loro borse. che figata.

vorrei, disperatamente, credere che questo fosse il migliore dei mondi possibili. vorrei anche io farmelo venire duro tra le pagine degli storiografi del partito, mentre mi mantengo in forma, mentre resto magro, andando a scartabellare tra le bancarelle per scoprire se togliatti censurò o non censurò i diari di gramsci.

e l'altro? quello che sta male? certo. sta male. sì sì. quanto dolore raccolto da quelle pagine. proprio lui, che potrebbe essere un esempio per tutti noi, una guida, il più dotato, il più intelligente. ah, come sta male. la sciampista l'ha piantato.

non c'è immagine di cascata che equivalga a una cascata. il cinema è sempre un'emozione triste. non mi interessa viaggiare, non serve, alla fine. ma tu ci dovevi essere, la mattina alle 6, a basse-terre, e sentire quell'umido, l'odore delle foglie sotto il sole. quell'aria lì, non c'è regista.

pure l'aberrazione di avere il blog in ordine, devo sentire. il mio fottuto blog.

avete ragione tutti.
non ne me frega più un cazzo.

1 commento:

W.B. ha detto...

Caro amico mio,
ti rispondo con questo mio post:

http://doppiovubi.blogspot.com/2008/12/cercalo-sopra-il-cielo-stellato.html