vent'anni fa, quando tutti dormivamo sdraiati sull'erba e raccoglievamo frutti da alberi ubertosi e facevamo l'amore liberi, passavo le notti a vedere i film di truffaut.
poi andavo al centro culturale francese, in via bigli, e li vedevo in lingua originale.
non è per fare il bastian contrario, ruolo che peraltro non mi è del tutto alieno, ma in verità ti dico che il più brutto film di truffaut è jules et jim. il secondo più brutto è effetto notte (che peraltro ho citato, in questi spazi).
jules et jim è una palla micidiale. un esercizio retorico. la voce off è petulante. jeanne moreau al meglio della sua antipatia. di fatto, un serio tentativo di vera fotografia in sequenza. che è il contrario del cinema. vedi alla voce jane campion.
il più bello? finalmente domenica. tirate sul pianista. la calda amante. i quattrocento colpi. baci rubati. la sirena del mississippi (il titolo italiano mi rifiuto). domicilio coniugale (idem). la camera verde. gli anni in tasca. mica scema la ragazza. adele h. l'uomo che amava le donne.
e poi, gli altri.
non vado più al cinema. e non mangio più la frutta.
ho accarezzato l'idea di intraprendere la strada per Santiago. ma, dopo tutto, a ben pensarci, non è il dove, che conta. è il come. andare a santiago in aereo non ha senso. il senso è andarci a piedi. bene. da questo punto di vista, santiago vale qualsiasi altro luogo, per chi crede nel simbolo, e non in squisite amenità. a questo punto, si converrà, il senso è intraprendere il cammino. che deve essere, per rappresentare raccoglimento, iniziazione, riflessione, spoglio, un lungo cammino.
anche roma, dunque, va bene. infatti c'è la via francigena. sarebbe un'alternativa.
il simbolo è il cammino, ma non solo. il simbolo è la fatica.
suggerisco di imparare a memoria l'elenco del telefono.
il virtuoso del pianoforte non è diverso dal contadino del kansas che sa tenere trecento piatti sul mignolo della mano destra mentre doma sei puledri con i piedi.
l'esercizio dell'uomo è sempre e comunque privo di senso, se non per l'uomo. il che equivale a guardarsi ossessivamente allo specchio, forse in attesa che appaia qualcos'altro.
l'unico senso resta sempre quello. mangiare, e cercare di infilare il cazzo in un corpo caldo. per noi maschi.
per le femmine non so.
giovedì 18 dicembre 2008
c'è sempre stata Ethel
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1 commento:
i quattrocento colpi - stacca tutti di gran lunga
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