venerdì 19 settembre 2008

la zona morta

david cronenberg è un genio, e non ci sono dubbi.

qualche giorno fa ho rivisto uno dei suoi capolavori: la zona morta.
un film di una delicatezza incredibile.
cronenberg soffre del fatto di essere obbligato a farsi capire da un po' di gente, non solo da due o tre spettatori. nei suoi primi lavori lo sforzo non riesce. poi, a partire da il demone sotto la pelle, meglio.

il protagonista riceve da un incidente il dono della chiaroveggenza ma perde la donna amata. i suoi poteri salveranno il mondo ma non la sua vita.
zoppo, morti i genitori, lasciato il dottore, vive da solo, con poco, in un paesino gelato. dà lezioni private di letteratura a qualche bambino.
presto conosce l'impossibilità di cancellare il dolore, lui che è incapace di fare del male. e presto conosce la solitudine della diversità, la difficoltà di comunicare, anche con chi si ama.

il destino è, di nuovo, il sacrificio.
ma la salvezza per chi resta è apparente.
non moriranno il freddo e il buio nel cuore degli uomini.

1 commento:

W.B. ha detto...

Belle cose hai detto, Maestro, ma fanno parte del tuo essere e non del film, che è chiaramente un filmaccio, banale, superficiale, ingenuo e fasullo. Banale, superficiale, ingenuo e, soprattutto, fasullo.
L'unico ad avere il dono della chiaroveggenza, qui, è lo spettatore, il quale, se ha appena una intelligenza nella media, conosce la scena successiva prima che accada. Banale, superficiale, ingenuo, fasullo e prevedibile.