su suggerimento dell'amico doppiovubi, mi sono posto alla lettura della trilogia della frontiera (bel titolo da cofanetto), cominciando dal pluripremiato "cavalli selvaggi".
per quanto la desertica tecnica narrativa del mc carthy sia anche efficace e prensile (nel senso del lettore), avanzare paragoni con faulkner mi pare leggermente azzardato.
non fosse altro che per il fatto che in un libro di duecento pagine ci sono 170 pagine di dialoghi stile "morra", inesistenti in faulkner.
trovare faulkner in ogni americano che parla di vinti, cavalli, campi, sud e sangue è un po' come invocare i beatles ogni qualvolta compare un gruppo pop inglese che arriva al numero uno della classifica.
se poi la morra è l'ultima frontiera della letteratura, beh, allora...
mercoledì 10 settembre 2008
cormac, o del dialogo morra
scoreggiato da pim alle ore 01:54
Etichette: letteratura
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5 commenti:
Mi permetto di dissentire.
I dialoghi di C.mC. non sono stile "morra", bensì riprendono la realtà delle cose.
Il sagace Stephen King - che di tecnica ne sa - consigliava nel suo saggio "On writing", di lasciare i dialoghi asciutti, per quello che sono.
Qualche esempio:
NON:
"Ma guarda un po'...", ironizzò Jack.
BENSI':
"Ma guarda un po'...", disse Jack.
L'unica cosa in più che C.mC. fa, è quella di levare persino i nomi di chi sta parlando, perché si presuppone che dal tenore del discorso si capisca chi sta parlando.
E' un po' come nei film. L'assassino si avvicina alla porta, mette la mano sulla maniglia, e in sottofondo si sente musica da panico, archi, in genere. Ma nella realtà non c'è nessuna musica.
Nella realtà Jack dice qualcosa, e non c'è nessuno che commenta quello che sta dicendo Jack.
Che poi C.mC. non sia Faulkner, siamo d'accordo.
Se volete leggere qualcuno che sa scrivere, leggetevi Vargas Llosa. Vi consiglio di cominciare con "La città ed i cani".
AM
memoria corta, signor AM: il libro di cui parla mi è stato da Lei regalato il 25 settembre
dello scorso anno.
gran bel libro.
Mica commento solo per il signor PIM!
In concomitanza con l'uscita dell'ultimo album (piuttosto mediocre) di De Gregori, avevo letto una sua intervista (forse su Repubblica) in cui il principe elogiava McCarthy, autore che io non conoscevo ancora. Incuriosito dal consiglio di De Gregori ho comprato, fra i tanti, "La Strada". L'ho letto (anzi, l'ho bevuto) e l'ho trovato piuttosto interessante. McCarthy uno stile piuttosto asciutto (per non dire sintetico) e molto evocativo.
"La Strada" è uno di quei libri che avrei voluto scrivere...
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