domenica 30 settembre 2007

voglio stringere la mano alla figlia del soffiatore

io non ce l'ho con luca sofri, no no.
ha un faccia un po' strana, sembra disegnato, sembra un cattivo dei fumetti. un po' alla edward g. robinson.
ma è un ragazzo in gamba e dice quasi sempre cose intelligenti.
io poi, quanto a faccia, dovrei starmene zitto.
mi è antipatica, la mia faccia. mi è antipatico anche il mio corpo. il mio cazzo mi piace. ma è un po' poco.
soprattutto non mi piace il modo in cui mi muovo. ogni volta che mi capita di guardarmi mi trovo sgraziato, brutto, storto. e poi sono sempre gobbo.
in più, sono convinto che dalla mia persona promani un'aura di decadenza.
insomma, mi sento un po' come un essere in decomposizione.

forse dovrei andare a frequentare uno di quei corsi del comune di milano, ma poi sono convinto che mi troverei in mezzo a un sacco di vedovi, divorziate e single che dopo poche settimane cominciano a organizzare la pizzata del dopo corso e allora lascio perdere.

però il sofri non mi può dire che la più bella canzone di tutti i tempi è the blower's daughter di damien rice.
ognuno, per carità, può dire ciò che vuole. anche che la più bella canzone è sharazan sharazan di carrisi-power.
però, se tu sei la guida riconosciuta alla cultura musicale, ci vuole un poco di temperanza nel giudizio.
con tutto il rispetto per il signor rice e la sua toccante svenevolezza, di canzoni belle così ce ne sono tante.

io la più bella canzone di tutti i tempi non lo so qual è.
so qual è la sola canzone che ha cambiato il mondo.
(anche a proposito di quelli che hanno cambiato il mondo c'è una certa vastità di opinioni. l'ultima che ho sentito è gli U2 hanno cambiato il mondo. ancora un po' e arriviamo a dire che il mondo l'hanno cambiato gli erasure)

la canzone in questione è I want to hold your hand.

qui lo dico e non ho alcun timore di smentita.
i beatles erano a fare colazione al george V a parigi nel gennaio del 1964 quando brian epstein seppe che la canzone aveva raggiunto il numero uno nelle classifiche USA e lo disse ai quattro.
da quel momento e, incredibile, solo grazie al passaggio dal mi minore al si nella strofa, il mondo cambiò. poco, ma cambiò.

2 commenti:

lobotomica ha detto...

Forse dovresti smettere di pensare a Luca Sofri come guida riconosciuta alla cultura musicale. Fai prima.

Anonimo ha detto...

il libro l'ha scritto, però.