domenica 30 settembre 2007

rumori

una quindicina d'anni fa, più o meno, io e mio fratello ci trasferimmo per qualche giorno in una microbaita in val d'aosta. la baita era stata locata a nostro zio, ma lui ci andava poco.
ci portammo il nostro fedele registratore a quattro piste, tre chitarre, un basso, una batteria completa, cibo, varie suppellettili. tutto nella panda.
mi ricordo di dormite colossali, di una passeggiata, di un prato fiorito, di alcuni inviti ricusati a trascorrere la serata in quel di aosta, di inviti accettati.
mi ricordo di un ragazzo del luogo che si chiamava Wilmo - un nome così ce l'hanno solo lì - un bravissimo ragazzo, molto simpatico nonostante i capelli biondi.
e mi ricordo che lì confezionammo il nostro ultimo LP.
mio fratello, come sempre, fu il produttore, il cuoco, il trovarobe.
esistono, o dovrebbero esistere, alcune fotografie testimonianza di quei formidabili giorni.
esistono le registrazioni.
durante una sessione ricordo che stavamo per attaccare un pezzo quando non so come cadde da una mensola un ferro da stiro. un ferro di quelli di una volta, solo ferro, senza alimentazione, pesantissimo. ora, se pensiamo che nel momento in cui il grave toccò il suolo io ero con le cuffie alle orecchie pronto a sussurrare nel microfono e che il suddetto grave terminò la sua caduta a pochi centimetri dal microfono stesso, possiamo immaginare il lieve turbamento che prese la mia persona.
l'incidente è immortalato su qualche nastro, insieme con il mio freddo commento: "io odio il rumore".
il pezzo fu poi terminato ottimamente e in buona scioltezza.

alcuni anni prima dell'incidente col ferro, io e mio fratello ci trovavamo in camera nostra a registrare una puntata della nostra trasmissione radiofonica (nel senso che usavamo una radio-registratore). eravamo lì con l'ospite in studio (gli ospiti erano tutti interpretati da mio fratello) oppure intenti ad abbaiare una qualche canzonaccia quando entrò con il solito fare perentorio nostro padre. spalancò la porta e disse:
"che cos'è stato?"
"che cosa?" dicemmo noi
"ho sentito un gran frastuono" disse nostro padre
"noi non abbiamo sentito niente" (in effetti un rumore c'era stato, una sedia che si era spostata, ma noi non potevamo ragionevolmente far rientrare quel rumore nella categoria "gran frastuono")
"ma come?" insisté il nostro - "io ho sentito un gran frastuono"
"...."
"ho sentito un gran frastuono!" ribadì, ma ormai era un uomo solo.
stette lì qualche momento sulla porta e poi se ne andò.

l'altro giorno è stato festeggiato il compleanno di mio figlio. c'erano un bel po' di compagni di classe, qualche parente, le solite cose. c'era anche l'animazione (chissà perché si chiama così).
mio figlio è uno che odia il rumore.
non solo odia il rumore. lui pensa che tutto il male provenga dal rumore. quando è spaventato, per esempio, si tappa le orecchie con le dita, sperando, in questo modo, che il problema si risolva. ebbene, mentre quasi tutti i suoi compagni di classe si scalmanavano con l'animazione (balli, canti, salti, girotondi, trenini) lui, pietro e giuseppe (il primo è il suo fido scudiero, il secondo è suo cugino) se ne stavano nella stanzetta attigua, tranquilli. quando il rumore di là era troppo forte, lui si tappava le orecchie. il momento peggiore per lui è stato quando l'animatrice ha dato il via allo scoppio dei palloncini. tutti i bimbi si sono scatenati. mio figlio, che era il festeggiato, se ne stava con le orecchie tappate mentre si stava colmando la misura. siamo intervenuti.

due giorni prima ho festeggiato con i miei amici il mio quarantesimo compleanno. è stata una bella festa. eravamo in 34. ho alcuni rimpianti. il primo è non aver potuto stare più tempo con i miei invitati. il secondo è aver suonato in modo un po' cialtronesco. quando è arrivata la torta e si è trattato di spegnere le candeline ero emozionato.

due giorni dopo attraverso il mirino della telecamera vedevo mio figlio dove mi ero trovato io, cioè davanti alla candelina.
l'ho visto spegnerla e poi sollevare la testa. e poi sorridere, e distogliere lo sguardo.

2 commenti:

lobotomica ha detto...

Eri emozionato, sì, ed io immagino tuo figlio con la stessa espressione stampata in viso e sorrido :)

SiG ha detto...

"I simpatici mi stanno antipatici, i comici mi rendono triste, mi fa paura il silenzio e non sopporto il rumore..." (F. De Gregori, "Povero Me") - da consumare preferibilmente nella versione live, in particolare quella contenuta nell'album "Bootleg".