sono note, e trite, le battute sul mestiere di giornalista.
è del pari noto, o dovrebbe esserlo, che il mestiere in questione è parente sempre meno stretto del lavoro del cronista e sempre più di quello dell'addetto stampa.
per dirla meglio, ignoranza e cortigianeria.
ebbene, se è sempre verificata la regola per la quale è possibile leggere due articoli di segno diametralmente opposto su qualsivoglia accadimento (per esempio la penetrazione nel mercato dell'i-phone), figuriamoci cosa succede quando si tratta di politica.
entriamo in medias res.
sono convinto del fatto che la posizione filopalestinese sia figlia dell'ideologia (e sono convinto che ciò non sia una buona cosa).
sono convinto che la stragrande maggioranza di coloro che sposano la "causa palestinese" conosca assai poco la storia e aderisca acriticamente, come sempre, a un impianto sottoculturale.
sono convinto che ogni argomento a favore di tale tesi scaturisca, in ultima analisi, dai seguenti elementi: 1) il pregiudizio contro gli ebrei, il giudaismo, il sionismo; 2) volgare calcolo politico.
il libro.
il libro di allam è abborracciato, semplicistico, paraculo e gravemente carente di struttura.
tuttavia, va letto e apprezzato.
dopo un'introduzione notevole, nella prima parte l'autore ricorda - sono le pagine più belle - la sua infanzia al Cairo, quando esisteva ancora la "comunità", un insieme di persone che vivono insieme, si aiutano, si capiscono, si conoscono.
poi si racconta di nasser, del 1967 e di ciò che ne seguì.
poi di arafat, del quale, volendo, si poteva anche dir peggio ("uomo egoista e megalomane, falso e inaffidabile, tiranno e cinico, corruttore e corrotto" mi sembra un po' pochino).
poi di varie vicissitudini personali e di fatti intorno alla reale consistenza dei movimenti filopalestinesi che hanno portato l'autore a dire viva israele per difendere "la sacralità della vita".
personalmente, pur riconoscendo ad allam il coraggio e l'indubbia intelligenza, trovo l'argomento debole. o meglio, non l'unico.
non si sta con israele solo per difendere il diritto alla vita, ovvero poiché dall'altra parte ci stanno i tagliatori di teste e l'ideologia della morte.
non si sta con israele solo perché il panarabismo è una messa in scena perversa, i leader arabi sono feroci assassini, il terrorismo è il male, tutto l'impianto una colossale, tragica menzogna.
non si sta con israele solo perché siamo afflitti dal relativismo.
si sta con israele perchè israele siamo noi.
noi, noi tutti.
lunedì 13 agosto 2007
viva israele
scoreggiato da pim alle ore 22:35
Etichette: beppe grillo, israele, magdi allam, relativismo
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6 commenti:
Due commenti importanti.
1) la grafia corretta è "iPhone";
2) capisco che la mente di PIM si muova molto più velocemente delle sue dita sulla tastiera (PIM pensa in fretta, e parla in fretta), ma trovo un po' irritante l'uso della minuscola dopo il punto e, in alcuni casi, non sempre, per i nomi di persona. Una volta avevo diagnosticato in lui la pigrizia nell'usare due mani per scrivere la maiuscola, ma non è così, perché PIM fa abbondante uso del punto e virgola, che richiede l'ausilio della mano sinistra. Dunque chiederei a PIM di scrivere almeno un post con le maiuscole al posto giusto.
Da questi commenti, credo sia del tutto evidente che sono esaurito.
Nel merito, condivido il pensiero di PIM.
Vai così, figliolo.
vorrei intervenire per approfondire l'argomento appena sollevato da doppiovubì. l'uso della lettera maiuscola dopo il punto ritengo che sia desueto nella costruzione grammaticale di un blog, sebbene io mi costringa ancora a farlo. per sua stessa formazione, il blog è un diario di pensieri in libertà: ora ditemi, quando mai un pensiero ha ritenuto di dover usare con pedanteria la migliore grammatica possibile per risultare leggibile? è chiaro che si cerchi di seguire le regole logiche di costruzione della frase (anche se non sono rari i casi in cui si leggano blogger di dubbia capacità). ma rivendico la forza del pensiero trascritto, quasi ermetico nel senso più stretto, per comunicare l'immediatezza di un sentimento e trasmettere - come giustamente dice doppiovubì - la velocità del ragionamento.
Visto che muori dalla voglia.
mai più senza
con il kit e la camicetta posso morire tranquillo. grazie, grazie.
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