ogni blogger del mondo avrebbe dovuto scrivere un post su elvis. forse.
questo mio augusto intervento avrebbe dovuto vedere la luce ieri, ma il pc si è rifiutato di collaborare e io ero poco propenso alla lotta.
più che magnificare il Re, tuttavia, vorrei censurare la rai, more solito.
raidue ha ritenuto di dedicare uno "special" (mi chiedo se lo chiamano così anche in america, tipo gli "spot" pubblicitari) a elvis.
i soliti filmati (alcuni dei quali vergognosamente spacciati per inediti), le solite quattro palle.
e il contributo degli artisti: bobby solo (l'unico simpatico, benché inutile); little tony ("se non ci fosse stato elvis, non ci sarebbe stato nemmeno little tony", ha detto il Gigante di Tivoli); andrea mingardi (allegro ma imbarazzante); francesco baccini (ma chi è? chi lo conosce?); zucchero fornaciari (squallido, as usual); massimo ranieri (palesemente imbarazzato); renzo arbore (sempre più trombone) e keith richards (dieci secondi di confusa banalità).
la solita rai. pressapochista, cialtrona e insensata.
invece, non ci sarebbe voluto gran che.
bastava prendere uno che conosce e ama elvis e fargli raccontare pochi minuti di storia tra un brano e l'altro.
è la passione che sostiene il racconto.
e se non c'è la passione, almeno la bravura.
comunque - lo ha detto john lennon - elvis è stato il più grande.
e non sarò certo io a smentirlo.
a mio parere le cose più emozionanti di elvis sono le sun sessions e le ultime registrazioni. i film sono un po' belli e un po' inguardabili. la rentrée del 1968 è dolcissima ma totalmente senza senso, con lui tutto mosso vestito di pelle su quel ring con la gente pazientemente seduta attorno che batte le mani. e poi il periodo vegas e tutti quei concerti.
elvis era meno intelligente di Dio. ma forse un po' più umano.
sabato 18 agosto 2007
anche io su elvis
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