una volta, tanto tempo fa, andai sul blog di beppe grillo, non so più perché.
vi lessi un post che diceva, parafrasando: "oggi, solo oggi, vi dirò alcune cose della mia vita. oggi e poi basta". mi ricordo che vi si raccontava di un incidente d'auto e di altre circostanze. a me quel post ricorda un po', con rispetto parlando, michael corleone quando dice alla moglie "e va bene, per una volta, una volta sola, ti concedo di chiedermi del mio lavoro". e poi le dice il ballone.
questo per dire che anche io, oggi, rivelerò a tutti i miei lettori (che sono cinque e che mi conoscono intimamente) alcuni segreti riguardanti la mia vita privata.
uno, in particolare, che tra l'altro era segreto anche a me stesso fino a poco fa.
ho scoperto che sono completamente disinteressato a una serie di cose.
per prime la casa, l'arredamento della casa, la conduzione della casa, la vita nella casa.
mi sembra utile precisare che non sono un puzzone. quando vivevo solo lavavo il pavimento e i piatti, cambiavo le lenzuola e tutto il resto.
tuttavia, potrei vivere tutta la vita tra gli scatoloni. chiunque abbia visitato i miei appartamenti occupati da single sa che sto dicendo la verità.
l'argomento che precede mi dà il destro per un altro argomento, altrettanto interessante.
il mondo della casa.
per cominciare, tre patetiche righe.
ho fede nel principio per cui la casa rappresenta un bene primario.
penso che una casa dovrebbe essere data gratuitamente o a prezzi popolari a chiunque.
penso che quattro muri di mattoni non dovrebbero costare miliardi e costringere le famiglie a indebitarsi per tutta la vita destinando alla casa il 70% del reddito.
invece, oggi, in italia, la situazione è la seguente.
in cima alla piramide ci sono i finanziatori istituzionali.
il mercato immobiliare è retto da soggetti che costringono, sostanzialmente, la popolazione al debito.
in italia l'80% della popolazione vive in casa di proprietà. un mercato della locazione residuale e asfittico non consente domanda.
poi ci sono le imprese costruttrici, che ormai sono costituite da parvenus. tintori, farmacisti, avvocati, ragionieri si sono buttati nel mercato.
conosco decine di professionisti che si sono messi a vendere e costruire case. per fare il grano.
il problema è che, stranamente, le case costano di più, gli imprenditori sono più ricchi, ma è crollata la qualità.
facendo il lavoro che faccio, cioè l'avvocato, posso testimoniare che (a prescindere, si badi, dalla propensione al litigio in costante aumento, per motivi che tratterò un'altra volta) non esiste impresa che non riceva cause passive, fondate, per gravi vizi e difetti di costruzione.
per finire, i mediatori immobiliari. l'ultimo gradino della catena alimentare.
dal 3 al 6% su ogni compravendita. dal 10 al 20% per ogni locazione.
il tutto perché tizio è entrato nel negozio e ha affidato un mandato. a un analfabeta, falso e bugiardo, che non sarà mai perseguito se per caso dimentica di dire che manca l'abitabilità o la concessione in sanatoria.
la mia proposta è la rivoluzione del mercato immobiliare. case popolari, prezzi calmierati, mediatori, costruttori e investitori a lavorare.
non succederà mai.
mercoledì 15 agosto 2007
andiamo a casa
scoreggiato da pim alle ore 23:54
Etichette: beppe grillo, politica
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6 commenti:
Un israeliano inside che fa l'avvocato e propone per la casa soluzioni da socialismo reale. Più complicati di te è impossibile.
dunque, pàssiamo al dunque: a parte la chiara provocazione, secondo me il ruolo del "mediatore" in genere non dovrebbe esistere. Che lavoro è il mediatore? Non è chi vende, non è quello che compra. sta in mezzo e mette d'accordo tutti e due. è un lavoro che non esiste: una specie di genitore istituzionale. ma c'è veramente bisogno di un pirla simile? se due persone vogliono concludere un affare, il fatto che si intrometta un terzo a pagamento è incomprensibile. se proprio vuoi dire la tua, fallo, ma non ti pagherò mai! praticamente la società autorizza l'esistenza di professioni parassitarie, senza formazione, cultura di base, conoscenza reale dell'economia di mercato.
Scusa Diegone, dov'è la provocazione? Credo che Pim pensi seriamente queste cose.
gli è che ormai qualunque cosa dica o scriva sono poco credibile. ha ragione w.b. ho perso credibilità.
caro pym, sai meglio di me che possiamo pensare queste cose senza credere veramente che possano accadere. un'utopia è solitamente irrealizzabile, per questo ho interpretato il tuo scritto in quel modo. non voglio con questo certamente sminuire il tuo pensiero, ci mancherebbe altro: credo che la pensiamo quasi tutti come te (o almeno credo). è come dire "i politici, mandiamoli tutti a casa!" ma alla fine il sistema rimarrà lo stesso per sempre, a meno che non caschi una bomba nel bel mezzo del parlamento. e neanche così credo che si possa risolvere nulla.
E' "Pim", leggasi Umberto, e non "Pym", leggasi Edgar Allan.
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