venerdì 23 gennaio 2009

paranoid park

gus van sant è un genio, autore di almeno tre capolavori.
è un regista che raggiunge un livello di imperfezione assoluta.
toglie un momento prima, oppure indugia, a volte decide.

ieri sera ho visto paranoid park, bellissimo, piaciuto ai cahiers.
il film ci fa ricordare i momenti che avremmo dovuto vivere tutti, quando osserviamo un oggetto, la mente oppressa, e ci chiediamo il perché della sua esistenza, della sua forma e del suo colore, ovvero di come possa non sparire ad un battito di ciglia, non mutare. del fatto che esistono cose come il tempo e lo spazio. e i nostri gesti, che con essi inspiegabilmente sembrano intersecarsi.

c'è un altro grande film, completamente diverso e purtoppo impoverito dagli ultimi dieci minuti, che parla delle beffe della sorte alla vita di un ragazzo: sleepers. un film molto intelligente e commovente. il regista voleva raccontare una storia e commuovere.

invece van sant ci fa entrare in un corpo, in una testa, in gambe e braccia.
e improvvisamente, mentre stiamo per assistere alla tragedia e viverla, arriva a toglierci il respiro il più alto momento che la musica dell'uomo abbia prodotto.
ovvero Ihr stürzt nieder, Millionen?
(a casa ho solo Furtwängler, e allora ho sentito grazie all'internet Karajan, Solti, Klemperer, Toscanini, Bernstein, Abbado. siccome sono un ignorante posso solo dire quello che mi ha emozionato di più)

poi ho rivisto come l'ombra, e l'ho apprezzato ancora.
ho colto due citazioni. la prima - decisamente evitabile, qualunque ne fosse la causa - da un famoso film italiano. la seconda, il volto e il sorriso di miranda prima di girarsi e correre su per hanging rock.

tsonga ha vinto contro ljubicic al secondo turno degli open d'australia grazie a una palla corta sul 4-6 servizio ljubicic nel tie-break del terzo.

una palla.

tutti siamo tornati a casa guidando completamente ubriachi, o fatti. quelle volte non c'era nessuno a guardare. oppure, ipotesi ambiziosa, c'era qualcuno.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dal punto di vista visivo Van Sant ha sviluppato sicuramente un proprio stile...unico, riconoscibile sin da poche inquadrature ma personalmente poco apprezzato per stare tra i "bravi" (...i grandi sono tutt'altra cosa).

"Paranoid Park" è comunque il più riuscito dopo i (validi) tentativi "Elephant" e "Last Days", aspetto "Milk" con il sentore che sia tornato quello accademico di "Will Hunting". Di certo mi colpisce come cerca di rendere visivamente l'introspezione dei protagonisti...sempre silenziosi, outsider.

Per quanto riguarda "Picnic ad Hanging Rock"...bhè...quello è un capolavoro.