se penso al numero, forse non piccolo, dei miei amici, faccio fatica a trovarne uno disposto ad ascoltare.
chi gravato dal pregiudizio, chi dall’egoismo, chi dai suoi fantasmi, chi non vuole, chi non può.
quindi ho pensato di rivolgermi a un professionista: lo psicanalista. uno che viene pagato per ascoltarti.
un po’ come la puttana, che pago per non doverle dire che le voglio bene, qui pago uno sconosciuto col quale poi sono esonerato dalla birra con pacca sulla spalla.
sono tutti lì a parlare d’amore. voglio amare, quanto amore ho da dare, che bello amare e via così.
chiedere non è sempre un atto di umiltà. lo è nella misura in cui supero le stupide barriere dell’orgoglio e mi pongo nudo davanti a te. non lo è se cerco soddisfazione, anche spirituale.
chiedere spesso è un atto di aggressione, di cieca autoaffermazione.
così come non chiedere perché non si vuole dar fastidio.
continuo a sperare l’agire degli esseri umani affrancato dal rapporto di forza, ma è sempre più difficile.
ho compiuto anche io azioni meschine, miserabili
ma ti sto cercando
non la tua intelligenza, non il tuo sapere.
la speculazione non serve a niente, ciò che ti chiedo è il tuo corpo.
e poi, se posso,
prima di parlare d’amore, di chiedere amore, affetto, amicizia
forse dovremmo provare a chiedere scusa
giovedì 8 novembre 2007
la verità, vi prego, sull’amore
scoreggiato da pim alle ore 14:16
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8 commenti:
sto ancora cercando le parole per parlare d'amore, magari non è nemmeno necessario parlarne. è un sentimento non descrivibile, a volte grottesco. ma ridurre l'amore ad atto fisico è riduttivo: ma credo di non averti capito fino in fondo.
non importa :)
non credo che sia necessario rivolgersi ad un professionista perchè gli amici non sono disposti ad ascoltare. Il punto è che gli amici non possono scoltarti in modo oggettivo e distaccato e quindi, inevitabilmente, il loro ascolto non sarebbe schietto e sincero come tu hai bisogno.
... sull'amore... io ci credo fermamente! Amo, sono innamorata e sono amata e la cosa più bella e più impoprtante è proprio questa: ho il privilegio di avere la certezza di essere amata.
ecco, è questo il punto: perché gli amici non possono ascoltarti? se non ti ascoltano, che amici sono?
"continuo a sperare l’agire degli esseri umani affrancato dal rapporto di forza, ma è sempre più difficile".
E' la più grande speranza dell'uomo. E quando la speranza è piena soltanto di speranza, spesso si tratta di una malattia da cui è meglio guarire.
Tornando agli amici, credo che il bello sia proprio l'oggettiva incapacità ad ascoltare, da parte di un amico. L'amico ama a prescindere, incondizionatamente e con splendido disinteresse. Mi viene in mente una canzone di De Gregori dove ad un certo punto si dice: "Tu conosci mica qualcuno che è disposto a chiamarmi fratello senza avermi letto la mano?".
A presto,
Simone.
secondo me non è tanto l'ascolto a fare la differenza, quanto il consiglio. io mi posso piazzare bello bello con sguardo fisso ad ascoltare senza pensare a quello che dici. se invece ti ascolto e riesco anche a dirti come la vedo, magari riesco ad aiutarti a riflettere meglio.
è bello pensare all'amicizia pura, a prescindere. ma io insisto a preferire l'idea di un'amicizia che contiene e la comunione materiale e la comunione spirituale, la quale ultima non può prescindere dalla vicinanze delle, chiamiamole così, anime.
l'esperienza dell'amore è sempre in itinere. Cambia con gli anni e richiede molta cura, competenza e intelligenza per essere mantenuto vivo e vivificante per ciascuno di noi. direi che serve anche una discreta quantità di coraggio e fiducia in noi stessi e nella persona che amiamo.
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