ero stanco. me ne andai al parco. quando mi sento male, devo vedere il verde. ci vado in macchina. parcheggio al limitare dei giardini. a volte resto seduto dentro, mi basta guardare. altre volte esco, faccio qualche passo, cerco pace. dopo un po', sto sempre meglio.
quel giorno c'era un uomo anziano seduto su una panchina. notai che mi somigliava. nella posa, nei tratti.
non faceva niente. non aveva cani, non pasturava animali, non leggeva il giornale.
mi avvicinai, senza motivo. mi sentivo misteriosamente invitato.
mi fece cenno di sedermi accanto a lui.
cercai di dire qualcosa, forse sul tempo. lui non rispose.
stette in silenzio per un paio di minuti, poi parlò. anche la voce mi ricordava la mia.
io vengo qui tutti i giorni.
lo vedi quell'uccellino, laggiù?
è per lui che sono qui. per vedere lui.
lui viene qui ogni tanto. da tanti anni.
mi conosce, mi conosce bene. qualche volta mi si avvicina, mi fa qualche confidenza, sta un po' con me, canta per me. è sempre felice.
io arrivo e lo aspetto.
è l'amore della mia vita.
lunedì 9 marzo 2009
apologo
scoreggiato da pim alle ore 23:59
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2 commenti:
la serenità del vecchio è ciò a cui bisogna sempre mirare, anche nella piena maturità. bravo.
dal che si deduce che è inutile andarlo a cercare
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