e così è stato, che la pallina ha preso prima lo spigolo, che il P. Bio l'aveva tirata non so come, di diritto o di rovescio o con quella specie di colpo che fa lui, che io odio e non riesco a correggerlo, che lo chiamo il colpo del vigile urbano, perché mette la racchetta in verticale, col piatto perpendicolare al tavolo, e colpisce così, e quando fa così adesso per scherzare dice vigilantes, per prendermi anche un po' in giro, che dice che non riesce a farne a meno, di quel colpo, anche se gli ho spiegato in mille salse che non serve a niente, soprattutto se la palla è bassa, infatti la manda regolarmente in rete con il colpo del vigile o vigilantes, e nonostante tutto insiste, secondo me un po' gli piace di non correggersi, di giocare a modo suo, anche se senza profitto in termini di punteggio o di considerazione estetica sussunta nella dimensione delle teorie comunemente accettate per la disciplina, anche se non giochiamo quasi mai a punti, ma solo a palleggi, che a lui sfugge un po' il senso di questa cosa dei palleggi, infatti ogni tanto mi piazza quel suo diritto incrociato, che è il suo colpo preferito, tirato come si conviene da destra a sinistra, e la palla schizza imprendibile tutta alla mia destra, stretta, e io non arrivo mai a prenderla nonostante qualsiasi guizzo, ogni tanto piazza il suo dirittone incrociato vincente, come se giocasse al wii, a grand slam tennis, dove vince sempre, ma ormai ha capito bene che vincere alla wii non è come giocare dal vivo, è tutta un'altra storia, a partire dall'oggetto che si impugna, alla reazione dell'oggetto al contatto con la palla, che è vera, reale, ha una consistenza materiale, un peso, e tre, credo, dimensioni palpabili, senza dimenticare che c'è il terreno, ci sono i tuoi piedi sul terreno, e tutto il resto del tuo corpo, che al wii interessa poco, mentre nel mondo non wii diciamo ha una sua dignità, una sua rispettabilità, per esempio l'importanza dei polpastrelli, delle falangi, dei metatarsi, delle spalle, delle ginocchia, e dunque ecco a lui sfugge il senso del palleggio, come se mancasse un fine a ciò che fa, e infatti in qualche modo manca, nel senso che non c'è competizione, non c'è gara, solo il piacere di scambiarsi la pallina uno con l'altro, che per me è una cosa piacevolissima, più ancora della partita, quando uno è nervoso e sbaglia palle facili, invece a palleggi si gioca per il puro divertimento, anzi il divertimento sta proprio nel provare a fare scambi i più lunghi possibili, cosa che ogni tanto gli piace, al P. Bio, anche se non capisco se quando dice hai visto che scambio lo fa perché ne è veramente convinto oppure vuole compiacere me, che insisto con la teoria dello scambio lungo, mentre lui si compiace di più, magari, con un bel vincente, forse anche un po' gli piace di fare il ribelle e non seguire le scrupolose indicazioni paterne, al contrario, ecco, della mia nonna Lucilla, che una volta ero a casa sua e stavo guardando un match del roland garros, quando i diritti dell'eurovisione ce li aveva la rai, e trasmetteva il RG dalla prima all'ultima giornata, e quelli erano tempi, me lo godevo tutto, ma a casa mia di solito, tranne quella volta a casa di federico a pavia, che vidi il RG del 1989 quando uno sconosciuto americano di origine cinese, piccolo ma cattivo, battè al secondo turno uno sconosciuto giovane americano di origine greca di cui dicevano un gran bene, lo battè tranquillamente in tre facili set, e poi vinse pure il torneo, una delle più grosse sorprese dello sport di tutti i tempi, e pensare che la finale femminile dello stesso torneo di quell'anno riservò una sorpresa ancora più grande, poi l'americano di origini greche l'anno dopo vinse lo us open, stracciando in finale in tre set un'altra giovane speranza americana, questa volta di origini iraniane, che però, nonostante la bruciante sconfitta, due anni dopo vinse wimbledon, battendo in finale un croato, che avrebbe poi perso a wimbledon altre due finali, anche lui contro il greco, ma sarebbe riuscito a vincere il torneo, i campionati, come li chiamano gli inglesi, tanti anni dopo, quando era ormai sul viale del tramonto, entrato in tabellone grazie a una wild card, una vittoria commovente e meravigliosa, e una delle più grosse sorprese dello sport di tutti i tempi, come la vittoria della danimarca agli europei di calcio del 1992, questa la sanno tutti, quella dei danesi che erano al mare e vennero chiamati al posto della jugoplastica, nonostante, anche qui si può discutere, che la danimarca del 1992 era per me meno forte di quella dei mondiali del 1986, perché io se penso ai mondiali del 1986 penso a due squadre, alla danimarca e all'unione sovietica, che giocavano divinamente, avevano giocatori sublimi, per esempio morten olsen, un dio, arnesen, laudrup e elkjaer da una parte, demianenko, dasaev, belanov e il mio idolo assoluto jakovenko dall'altra, che roba l'unione sovietica, unione sovietica, due parole pesanti come una montagna, e quella scritta, quelle quattro lettere che era come vedere un altro pianeta, un pianeta immenso, lontanissimo e sconosciuto, come pensare a uno che porta sulle spalle uno zaino talmente colmo che sarebbe potuto scoppiare e riempire il mondo di cose mai viste, mi viene in mente la mitica klm dell'hockey, krutov, larionov e makarov, che saettavano sul campo e giocavano talmente forte che non vedevi mai il disco, e tranne quell'altra volta appunto di cui sto parlando ora, cioè a casa della nonna, anni prima della volta di pavia, e stava giocando vitas gerulaitis, americano ma anche un po' lituano, che io vidi giocare anche dal vivo, e la cosa che mi faceva impazzire di più del grande vitas era quando, a ogni singolo servizio, come fece per tutti i servizi della sua carriera professionistica, nel momento in cui palleggiava a terra con la mano prima di servire, si voltava indietro a sinistra, faceva tre palleggi e tre volte si voltava, una volta per ogni palleggio, come se avesse paura che qualcuno gli portasse via la pallina prima di servire, era una cosa incredibile, e in quella occasione mi ricordo, pur essendo il RG, quindi superficie lenta, e racchette di legno, quindi scambi prolungati, mi ricordo che ci fu uno scambio più corto, tipo due o tre tiri in tutto, e mia nonna si levò a criticare come solo lei sapeva colui che aveva giocato il vincente, colpevole, secondo lei, di non aver prolungato lo scambio, dato che per lei il tennis era appunto il donarsi reciprocamente la pallina, ciò che mi porta a dire che istintivamente la nonna aveva capito qualcosa anche lei; ha preso prima lo spigolo del lato est, ha subìto la inevitabile accelerazione dovuta appunto alla collisione con lo spigolo, ed è saltata sullo schienale della sedia di plastica verde, una di quelle sedie da giardino da spendere poco, quelle con le fessure o i buchi sulla seduta, che ho scoperto alla mia veneranda età, proprio una settimana fa, che i buchi e le fessure servono a far sgocciolare l'acqua quando piove, già, perché si presume che uno le sedie da giardino le tenga, per l'appunto, in giardino ovvero all'aria aperta, e quindi esposte alle varie precipitazioni meteoriche, una cosa che sanno anche i sassi io l'ho scoperta a 46 anni, l'ho scoperta che ero all'ikea e ho visto una sedia di plastica veramente orrenda, che aveva un buco bello rotondo alla base della seduta, diciamo quasi in corrispondenza dello schienale e ho esclamato ma guarda un po' ma che senso ha quel buco e a quel punto la mamma del P. Bio, che ci aveva chiesto di accompagnarla là perché doveva acquistare delle luci colorate da mettere sul terrazzo che poi non ha trovato e si è dovuta accontentare di un cucchiaio di legno e di una manciata di bulbi per tulipani, ha detto il buco serve per far defluire le acque, ed è stata l'ennesima scoperta, chissà quante altre cose non so, a parte le stelle, che non ne so niente, anche se le guardo e le ammiro e le amo e le stimo, non ne so niente di loro, così vedi che anche la visita all'ikea più insignificante può risultare costruttiva e arricchente, come forse può essere arricchente e istruttivo leggere i libri di raffaele morelli o di david icke, secondo la teoria per la quale tutti possono insegnare qualcosa, come a dire una sorta di ideologia punk del pensare, come dire tutti possono scrivere, eh sì, appunto, proprio così, non ci avevo pensato, tutti possono cucinare, come predicava il compianto chef gusteau; è balzata sulla punta dello schienale della sedia di plastica verde che stava di fianco al tavolo, precisamente alla destra del tavolo, per quanto mi riguardava, anche se a voler essere precisi non si tratta propriamente di uno schienale, perché sono sedie a stampo, escono stampate in fabbrica intiere, c'è una macchina che le stampa, come le bottiglie della coca cola, quelle in pet, sono stampi che sembrano dei dildo di plastica, finiscono dentro una macchina che ci soffia dentro l'aria calda ed escono con la forma della bottiglia che ben conosciamo, lo so perché l'ho visto con i miei occhi, quando sono stato alla fabbrica della coca cola, ben due volte, l'ultima delle quali con il P. Bio, e dunque non è proprio uno schienale, diciamo che è la parte posteriore e superiore della sedia, se mettessimo un dito in corrispondenza del punto più basso di una delle gambe anteriori e gli facessimo seguire la forma della sedia, il dito non si staccherebbe mai da essa, percorrerebbe una linea retta verticale risalendo lungo la gamba, per usare un'espressione alla bertrand morane, poi un leggero declivio che disegna la seduta, prestando attenzione a non incappare nelle famose fessurazioni, e poi una seconda risalita, al culmine della quale sarebbe costretto a ricopiare un largo arco e ricadere poi dall'altra parte; ecco, proprio sulla chiave d'arco è saltellata la pallina, e in una frazione di secondo è ricaduta sul mio campo, ma, ed è qui la cosa bella, ha colpito lo spigolo del lato sud, e io che non ero riuscito nemmeno a muovermi per abbozzare un tentativo di tiro, me la sono ritrovata, al termine di una traiettoria iperbolica, che mi rimbalzava sulla racchetta, tutta felice e contenta delle sue peripezie, e allora ho subito pensato che questo impensabile viaggio, più ancora di gardaland, dello space vertigo, del mammut, dell'austria, di innsbruck, del tetto d'oro e della via maria teresa, dei musei, delle insegne in ferro battuto, del grostl, di salisburgo, del museo swarovski, dell'alpbachtal, dell'achensee, dell'hintersteinersee, della fortezza, del crowne plaza, del maximilian, del central, dei palazzi e delle chiese, meritasse senz'altro un post.
lunedì 26 agosto 2013
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