giovedì 16 agosto 2012

alla ricerca degli engram


quando avevo 14 anni ne dimostravo 10. non ci credeva nessuno che avevo l'età che avevo. pensavano li prendessi in giro. dovevo tirare fuori i documenti. i miei genitori, dopo aver fatto la parte dei tranquillizzatori, cominciarono a temere e mi portarono ad un centro per la crescita. la diagnosi fu che avevo le ossa di uno di 12. è così anche adesso. non ci crede nessuno, a vedermi, che ho 44 anni. 45, tra un mese. ne dimostro 30. la verità è che avevo 14 anni solo per l'anagrafe. per tutto il resto, 10 era giusto. forse anche 8.

una volta fui rimandato in latino. a settembre mi presentai allo scritto ma come al solito ero completamente sfasato e mi sedetti a fare la versione insieme a quelli di quarta ginnasio, mentre ero in prima liceo. in effetti non riconoscevo nessuno dei miei compagni. se ne accorse una prof che mi disse guarda che la tua classe è dall'altro lato della scuola.

mi piaceva una mia compagna di classe. una volta ero in giro con lei e una sua amica, che è mia amica ancora oggi, e non so come ci venne l'idea di comprare un frisbee e andare a giocarci al parco sempione. dopo pochi minuti, nel tentativo di raggiungere il frisbee, andai a finire con la faccia contro un albero.

una volta ero a sciare con la scuola e finii con la faccia contro un albero, ma non per nostalgia di quell'altro.

quando ero in quarta ginnasio feci la conoscenza di san firmino. nei mesi successivi fui il bersaglio di alcuni ragazzi di qualche anno più grandi, in particolare di un tizio che aveva addirittura la barba (che a me non cresce neppure oggi). un giorno questi sfondò con calcio e connessa capriola (un bel gesto, bisogna dire) la porta della classe e urlò, rivolto alla prof di lettere: "vogliamo lui". e la prof mi disse: "vai pure, vai". è successo veramente.

quando andai ai "tre giorni", le visite per l'attitudine al servizio militare, tutti si stupirono della mia idoneità. ricordo che invece io ero orgoglioso di avercela fatta. un sentimento comprensibile, ma non per questo meno orribile.

quando le mie compagne di classe del liceo stesero la classifica dei maschi, seppi da un amico, con una discrezione che tutto sommato apprezzai, di essermi piazzato all'ultimo posto.

all'università, le prime settimane del primo anno le aule erano gremite. un giorno ero seduto con alcune mie amiche, già compagne di classe al liceo, e poco prima che iniziasse la lezione mi arrivò un bigliettino da una sconosciuta, qualche fila più in alto, che diceva "mmm come sei bello, mi piacerebbe baciarti, toccarti...". l'aula 208 quel giorno conteneva circa 300 persone. ma quella (so che non eri sola) scelse di umiliare proprio me. non riuscivo a credere a tanta disgrazia. all'epoca, tra l'altro, ero disperatamente vergine.

qualche anno dopo stavo scrivendo la tesi. come al solito ero trafelato. dovevo recuperare un testo nella biblioteca di un altro istituto. arrivai due minuti prima della chiusura. l'impiegata mi disse: "sei fortunato". poi mi guardò meglio e aggiunse: "sei più fortunato che bello". ancora oggi non ho capito perché lo disse.
in relazione ad entrambi gli ultimi due episodi, ho tuttavia sempre trovato un che di sublime nella cattiveria gratuita che mi fu inflitta. il tocco del diavolo, dono inatteso anche per il donante, ustiona e lusinga. Merci, Monsieur Opale.

una volta ero in francia a sciare. io e mio fratello ci trovavamo su un'ovovia con altra gente. a un tratto due ragazze si misero a parlare. erano italiane. pensando di non essere capite, andarono a ruota libera. una disse all'altra che sfiga, io volevo prendere quella dove c'erano quei due fighi, invece ci sono capitati questi due, che sono brutti. per dare a cesare, specifico doverosamente che mio fratello è bello. ma il giudizio era corretto: mezzo bicchiere di liquido rancido e mezzo di liquido buono fanno un bicchiere di liquido rancido.

una volta a una festa cercavo di corteggiare, con la mia simpatia, una ragazza che aveva due bellissimi occhi. dopo qualche minuto mi disse vado a prendere qualcosa da bere, tu resta qui, mi raccomando.

restai.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

A volte alcune donne si soffermano a rilevare elementi utili a esaltare una sorta di fisiognomica ideale (molto modaiola e tendente a colmare i propri personali difetti, spostando l'attenzione su supposti limiti altrui) dimenticando un approccio realista. La mia tesi è che una donna che giudica la bruttezza personale espressamente e con apparente sicurezza, sia invece assai insicura del proprio aspetto e, ancor più, della considerazione che le viene data. E, seconda tesi, ritengo individui la "vittima" non tanto per la bruttezza, quanto perché per intuito sa che tale uomo accetterà con silente dolore tale giudizio, senza avere smentita "sociale", perché tendenzialmente sensibile e introverso.

In ogni caso, nel lungo periodo, noi maschi abbiamo sempre ragione. Non solo perché un uomo necessita di pochi fattori estetici attrattivi per essere piaciuto, e non solo perché maturando fisicamente tende a migliorare ma, nel caso specifico, e rammentando una certa foto che mi mostrasti qual padre giustamente compiaciuto, vi è da aggiungere che chi genera un bel bambino come il tuo - per quanto i bambini si facciano in due - per forza di cose non può essere così brutto.

Invece, posto che la tua (auto)ironia è apprezzabilissima, sono preoccupato per il termine usato nel titolo: è riferito all'accezione della neuropsicologia o a quell'altra, tipica del vocabolario di Scientology? Mi colpirebbe tale ultima scelta...

Paolo

pim ha detto...

è nell'accezione dianetica.

ho estrema simpatia per coloro che inventano religioni.

Anonimo ha detto...

Sul piano semantico condivido la tua simpatia, dato che la comunicazione è il centro di tali elaborazioni moderne, e certamente nella cultura contemporanea la semantica dianetica è più performante, ad esempio, di quella postmormonica dei guardiani della torre. D'altra parte fino all'inizio dello scorso secolo non esisteva nemmeno il marketing, oltre alla scienza della comunicazione, e si doveva "attingere" di più dalla religione non inventata per essere in qualche modo credibili. Immagino solo la grande fatica di dover avere a che fare con etica, antropologia, teologia, esegetica, ecc. e cercare disperatamente di far quadrare il tutto con schemi diversi e originali... Vuoi mettere gli engram!

Paolo