mercoledì 8 gennaio 2014

summa summarum


sono stufo di leggere
ho bisogno di ascoltare.

questo post doveva finire qui.

impariamo dalla rete. impariamo da internet. impariamo dai libri
non si impara un cazzo dai libri, con buona pace del mio amato Condor.
si impara da qualcuno che insegna. ed è bello imparare da qualcun altro.
la scomparsa dei maestri è il problema centrale.

l'università ha smesso di essere una cosa seria quando gli insegnanti hanno smesso di essere una cosa seria.
mi sono laureato nel 1993 frequentando due corsi di lezione su venticinque. uno era economia politica, l'altro era diritto internazionale. uno al primo anno, uno al secondo. dal terzo ho smesso di andare all'università. preparavo gli esami a casa e quando mi sentivo pronto mi prenotavo per l'esame. mi sedevo davanti a uno stronzo e ripetevo quattro palle. così per 23 volte. questa è l'università.
chi frequentava l'università lo faceva perché si divertiva, perché si faceva casino, perché c'era la figa, perché si faceva amicizia.

invece, l'unica cosa di cui un uomo ha bisogno è un maestro. un insegnante.
non c'è niente di più bello di un maestro, di qualsiasi materia si tratti.
il nostro insegnante oggi è un miliardo di pagine web in cui possiamo imparare la storia, la geografia, la matematica, la filosofia.
ma io mi sono stufato di leggere.

io sto cercando uno che tutto il giorno mi parli e mi dica cose. che mi spieghi, che mi insegni. uno che parli. che sappia parlare. che sappia trasmettere.
l'oralità è più forte di qualsiasi scrittura.
sono per il ripristino della tradizione orale.
la scrittura si perde, la parola no.
i file devono essere continuamente "salvati" su nuovi supporti, altrimenti si perdono per sempre. dal dischetto al cd, dal cd al dvd, dal dvd alla chiavetta usb, e così via.
l'oralità conserva per sempre.

la formazione a distanza. una cosa abominevole.
non c'è nessuna formazione. al massimo c'è la trasmissione di informazioni. formazione e informazione sono cose diverse. oggi c'è informazione. informazione di massa a portata di un clic.
ma informazione e cultura sono, anch'esse, cose diverse.
e molto.

2 commenti:

W.B. ha detto...

IN-CON-FU-TA-BI-LE.

Anonimo ha detto...

Concordo con la tua posizione, se non che insegnare è, etimologicamente, solo qualcosa di orientativo, e appartiene a contesti dove i segni possono effettivamente costituire una base di sviluppo formativo. Trasmettere e svelare richiedono invece un approccio bilaterale più profondo, che coinvolga la discutibilità della propria vita e delle proprie scelte in ragione di quella e quelle dell'altro. Occorre desiderare fino in fondo e chi cerca, trova. Prima di tutto in se stesso.

Paolo