mercoledì 8 gennaio 2014

appunti per la stesura di un manifesto per una rivoluzione


appunti per la distruzione del pensare-donna.

il capitalismo, il sistema capitale, favorisce l'emersione della donna quale soggetto primario e autoritario all'interno delle scelte e della famiglia e della società.
non importa il fatto che il femminismo non abbia insegnato alle donne ad essere amiche, unite, complici. è un semplice momento di passaggio.
peraltro alle donne ontologicamente non interessa l'unione tra esse né la complicità (una maxiballa). le donne sono ontologicamente rivali tra loro per l'accaparramento del lupo alfa, prima, e il mantenimento ovvero il miglioramento dello status raggiunto, dopo.

il sistema capitale è il sistema-donna.
il sistema capitale demolisce il pensare-uomo.
il sistema capitale, femminile, spinge la donna alla ricerca e all'acquisto di nuovi rametti per il nido, tramite il maschio, che diventa un semplice esecutore materiale del desiderio femminile, un tramite.
tale funzione marginale non viene a cessare per un solo e unico fatto: la forza fisica. fatto che la cultura non ha ancora strappato alla natura. finché gli uomini saranno fisicamente più forti delle donne, non scompariranno dal pianeta, ma saranno ridotti a ruoli di vassallaggio per il soddisfacimento di desideri. non tutte le donne riescono a portare a casa quintali di merce. non tutte sono alte, non tutte sono forti fisicamente. serve un muletto. ciò che è l'uomo di oggi. un muletto.

le leggi sul femminicidio, giuridicamente e socialmente senza senso, sono elementi primi di una politica della castrazione.
il maschio-eunuco è il punto di arrivo.

esibire il maschio davanti ad altri maschi, perché faccia a cornate con essi e porti a casa il risultato. nello stesso tempo continuare la guerra fredda con le altre femmine, con le quali ontologicamente persiste, durante la fase transizionale (da oggi alla società delle amazzoni e degli eunuchi) l'invidia spasmodica, la quotidiana lotta per l'apparire. l'essere magre, l'ossessione per le diete, tipicamente femminile, nasce nel milieu di un sistema tradizionale, ontologico, naturale, nel quale la donna cerca il maschio-alfa e lo trattiene all'interno delle mura domestiche.
la donna single, espressione moderna della femmina, sente il bisogno del maschio accanto a sé come mero strumento di ricognizione sociale.

finché esisteranno maschi non ancora demascolinizzati, serve una figura-simbolo, solo per poter dire le due parole che servono per  acquistare, finché è necessario, dignità sociale: "mio marito" 

le donne possono farcela da sole, ontologicamente non hanno bisogno del maschio. il principio del "non abbiamo bisogno di loro" è informatore del nuovo pensare-donna.
il pensare-donna, figlio del sistema capitale, presuppone la scomparsa del maschio come uomo, come padre, come simbolo.

in questo contesto, è venuta meno anche la funzione riproduttiva, dal momento che è possibile recarsi in ospedale e farsi inseminare artificialmente, portare a termine la gravidanza e crescere figli senza alcun maschio intorno. si moltiplicano famiglie formate da due mamme e bambini.
lesbismo di massa.
omosessualità di massa
un rapporto sessuale con una persona dello stesso sesso è, per una donna, un fatto infinitamente più normale che per un uomo.

nella situazione di transizione di oggi, la femmina vive una situazione schizofrenica nella quale, mentre si fa perdere di importanza e dignità alla figura maschile, ci si lamenta della scomparsa del maschio.

l'uomo, purtroppo, sta assecondando il processo.
pur di scopare, che è la cosa principale che interessa al maschio, egli è disposto anche a concedere le "pari opportunità" , riservare posti di lavoro per legge, parlare bene della donna, esprimere pareri favorevoli circa il percorso distruttivo che, più o meno inconsapevolmente, sta vivendo.
perché l'uomo non si rende pienamente conto di stare avallando un vero e proprio processo di demascolinizzazione della società.

le donne sono ormai solo eviratrici
assistiamo al ritorno dell'amazzone
lo svuotamento del ruolo del maschio all'interno della famiglia e della società.

la femmina priva del suo suolo il maschio e il padre disgregando la famiglia.
schizofrenia nel processo transizionale. da un lato attribuirsi ruoli maschili (il lavoro, la capacità di produrre reddito, conquiste sociali) da un altro percependo che lo svuotamento di ruolo porta inevitabilmente al fatto che loro stesse non riconoscano più il maschio che invece ontologicamente desiderano avere (qualunque donna, ontologicamente, desidera un "vero uomo" accanto a sé)

vuoi un uomo accanto a te e lo distruggi, distruggi ciò che per natura desideri. follia.
così come le diete, inesistente il natura il desiderio di essere magri

il pensiero comunista eguagliava i sessi e dava pari diritti a donne e uomini senza togliere alcun valore al ruolo di maschio e femmina, che restavano cardinali. il pensiero comunista infatti aborriva l'omosessualità.

il sistema capitale prima ha creato l'uomo-massa (al contrario di quello che si pensava del pensiero comunista- eterogenesi dei fini) poi ha creato la donna consumatrice, responsabile delle risorse economiche della famiglia.
da eminenza grigia e consigliera nascosta e silenziosa all'interno della famiglia nucleare, quale era storicamente, la donna emerge quale rappresentante della direzione politica, economica, culturale della famiglia e della società.

l'uomo si è femminilizzato anche lui. tiene alla cura del corpo, è vittima della moda, è spinto come la donna ad acquisti compulsivi, ha sublimato la componente violenta del suo essere in atteggiamenti sedativi quali gli oggetti. ha perso, sta vieppiù perdendo, la propria ontologia.

l'ontologia dell'uomo è andare a caccia e ammazzare. è fare a botte. è andare alla ricerca, non per il gusto del viaggio, ma per seguir virtute e canoscenza. è andare e tornare, trovare la donna a casa e prendere il braccio il figlioletto. ettore e andromaca. è andare in guerra. è fare figli con tante donne, inseminare donne diverse.

la pace è pensare-donna.
l'uomo fa la guerra. la storia del mondo è la storia di interminabili e sanguinose battaglie.
l'uomo torna a casa con la spada insanguinata e trova conforto nelle carezze di una donna.
la donna è approdo, porto.
ontologicamente, la donna cerca sicurezza nell'uomo e l'uomo pace e serenità nella donna. una donna si sente sicura nelle braccia di un uomo, nel nido che con l'uomo ha costruito, nel quale alleverà la prole. l'uomo trova nella donna la quiete dopo la tempesta di un giorno trascorso a combattere, una casa, per lui non necessariamente l'unica, in cui tornare.

non esiste più nulla di tutto questo.

una spia dell'emergenza di quanto sto dicendo è la progressiva scomparsa della pornografia (tipico prodotto ad uso maschile) dalle reti televisive. così come lo sono tutti gli orientamenti di tutta la giurisprudenza, ormai sempre più territorio femminile.

un versante drammatico del pensare -donna, figlio del sistema capitale, è la deriva del risarcimento del danno.
nel pensare-uomo non esiste il risarcimento del danno.
sì, la lex Aquilia la conosciamo. è un'eccezione fondata. il sistema giuridico romano, fondamento delle codificazioni moderne, conosce e sviluppa l'obbligazione extracontrattuale.
ma la deriva moderna è tutta derivazione del sistema anglosassone, protestante e matriarcale.
in inghilterra e negli stati uniti si elabora la disciplina dei torts, grazie alla quale campano decine di migliaia di avvocati.
nel pensare donna esiste il diritto al risarcimento del danno come fatto equilibrativo di qualunque torto.
qualunque danno è non più astrattamente ma concretamente risarcibile.
fino a non molto tempo fa, quando il pensiero era figlio dell'uomo, si sopportava il torto come una componente del destino. adesso no. il mondo è pieno di persone che vantano diritti al risarcimento. qualsiasi cosa mi accada, qualsiasi ingiustizia subisca, devo poter ottenere un equivalente in denaro. una barbarie senza senso e senza fine. l'equilibrabilità del tutto attraverso la corresponsione di una somma di denaro è pensiero-donna. come se il denaro potesse ristabilire uno squilibrio derivante da un qualsivoglia pregiudizio.

la mia teoria è l'abrogazione del risarcimento del danno da colpa, di qualsiasi gradazione.
resta il risarcimento del danno da dolo.

il collasso è evidente.
le cause di risarcimento del danno da colpa sono in aumento progressivo e la società si frantuma sotto di esse. il sistema non è in grado di sopportarne il peso.
la richiesta danni affonda le radici in un terreno culturale malato, in un tessuto sociale completamente disgregato.
il sistema capitale non solo crea, lo sanno anche i bambini, sperequazioni sociali (secondo qualcuno la povertà non si può eliminare, mentre non solo si può, si deve, e non è nemmeno difficile) e criminalità.
il sistema capitale non solo crea e produce inquinamento e rovina delle risorse naturali (che sono quelle che contano). il sistema capitale crea le condizioni per la distruzione dell'uomo.
la donna distrugge l'uomo.

rivoluzione.








5 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante e in buona parte condivisibile nell'introduzione. Più intricato nel tratto in cui si discute della consequenzialità tra squilibri antropologici nell'assetto relazionale nei generi e manifestazioni sociali (anche l'esempio un po' sbrigativo). Potresti fornire ulteriori elementi di supporto alla tesi, entrando anche nel delicato contesto dello status familiae e il suo rapporto con il senso della comunità. In parte condivisibile il resto. Non trovo sufficienti argomenti giustificativi nell'indagine sulle origini dei torts. Mi pare si espunga dal contesto qualche fattore socio-culturale decisivo, a partire dall'elaborazione del tema della fine delle narrazioni nel contesto e nella condizione postmoderna. Suggerisco di approfondire temi autolegittimanti le pratiche distorte del diritto, quali il falso modello della risk society e le tesi in merito al ragionevole adattamento in tema di pluralismo giuridico, aventi a che fare con aspetti di sensibilità culturale del tempo, oltre che del senso delle relazioni.

Paolo

W.B. ha detto...

PIM è stato visitato. La Luce è scesa su di lui. Un giorno gli intitoleranno le piazze e le vie. Nel frattempo, gli suggerisco -cautelativamente- di assoldare almeno due agguerrite e stalloniane guardie del corpo.

andrea missaglia ha detto...

Altro che rivoluzione è il tempo di inchinarsi allo novo imperatore:

http://www.youtube.com/watch?v=5qmKuBb0RxI

http://www.feudalesimoeliberta.org/

Anonimo ha detto...

Ti masturbi troppo, come al solito.

Anonimo ha detto...

Mi chiedo come l'anonimo possa interessarsi di certe pratiche dell'autore del blog perfino quando scrive di donne, e senza alcuna pertinenza con l'argomento trattato. Se non fosse il suo medico - ipotesi che prevederebbe l'anonimato come misura prudenziale per non incorrere nella violazione della privacy - non può che essere una donna risentita e certamente con qualche remora a firmarsi, per non esporsi troppo. Ci sarebbe da inorridire al pensiero che sia un uomo... :)
Fair play, please.

Paolo