martedì 21 maggio 2013

da un altro diario

non lo trovai, né laggiù, né in un altro luogo. non lo trovai, né tantomeno lui trovò me.
non mi ricordo, se di ricordo si può parlare, non so che cosa e perché.
potevano esserci alberi, o fango, o sabbia, o una caverna, o una grotta, o scarpe sporche che non interessano a nessuno.c'era tanta gente, o solo io. c'era caldo e freddo. c'erano tutti i rumori che si possono immaginare, tutti i sentieri, tutte le rughe, tutti i pantaloni, tutto il sangue, tutto il vento, tutto il buio.
non so chi era, non so come accadde. so che lo vidi e che lo sentii.
so che era la sua testa tra le mani, anzi le mani sulla testa, mani paralizzate e disperate, era la sua voce.
erano le due parole che pronunciò, una volta, molte volte.
nella mia, di testa, c'è questo, ed è quello che c'è: un volto senza occhi sprofondato tra le mani, e una voce piccina.
"lasciatemi stare"
"lasciatemi stare".



Nessun commento: