Nei programmi televisivi per bambini, vuoi nel titolo, vuoi nei contenuti, c'è sempre la parola "eroe". e di eroi ci costringono a leggere a scuola.
chissà perché.
eroi non siamo, nessuno di noi. d'altra parte, chi vuol essere eroe incontra sempre e solo la tragedia, per sé e per gli altri.
ho visto un documentario su bambini e famiglie che vivono in discariche, in Senegal. bambini che nascono e crescono in luoghi la cui miseria è, per me, impossibile descrivere.
il volto di un bambino che si fa largo tra i topi e l'immondizia, con indosso la maglia logora di cristiano ronaldo, ce lo portiamo appresso. ecco perché non riusciamo a realizzare nulla. perché andiamo a "lavorare", compriamo il telefonino nuovo e ci distruggiamo lentamente, soli, tra le pareti delle nostre amate case.
cupio dissolvi la chiamano, parafrasando e vagamente interpretando.
ed è così. non potendo essere eroi, non volendo, non ci sono molte alternative di fronte al bambino della discarica.
un pugno di riso e un bicchiere d'acqua per tutti gli esseri umani viventi non è più di uno slogan, un bel discorso tra amici davanti a una birra.
In esclusiva per te, un comodo chilo di merda al giorno da mangiarsi per soli trentasei mesi. poi sei libero di restituire la ciotola.
martedì 9 aprile 2013
στοχάζομαι τόν φίλον δένδρον
scoreggiato da pim alle ore 12:03
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