lunedì 4 giugno 2012

universo Indica

infiniti universi che non ci sono mai stati.
c'è questo. c'è questo mondo qui, con questi mezzi di trasporto, questi corpi, queste facce, questo cibo.
ci sono persone le cui vite hanno un impatto, sul pianeta, diverso da quelle di altri.

sono da tempo persuaso che l'arte, mi si perdoni il termine, sia l'unica variabile indipendente.

credo, a differenza di altri con i quali mi sono confrontato sul punto in passato, che l'uomo sarebbe arrivato comunque a scoprire il fuoco, la ruota, il ferro, l'acciaio, la stampa, la relatività ristretta, internet. magari ci avrebbe messo meno tempo, magari di più. il maggiore o minore tempo sarebbe dipeso dalle vite delle persone che queste scoperte, o conquiste, se tali sono, hanno contribuito a raggiungere.
sempre che non si voglia pensare, come è lecito e piacevole, che stiamo semplicemente vivendo un film, per usare una brutta espressione, ovvero - come dice altri -  il tempo non è altro che fette di un salame.

forse se John Lennon e Paul McCartney non si fossero mai incontrati non potremmo ascoltare ticket to ride. forse qualcuno l'avrebbe scritta comunque, prima o poi. così come forse qualcuno avrebbe prima o poi scritto una sinfonia in re minore, che potrebbe chiamarsi ventiduesima, anziché nona.

immagina il più grande gruppo pop della storia. l'unico gruppo pop, senza discussioni, che radicalmente stravolse, con la sua musica, con la sua arte, la cultura, in tutto il mondo.
immagina il gruppo che poteva permettersi di contare tra i suoi membri i due più grandi cantanti e compositori della storia della musica popolare e un terzo cantautore in grado di scrivere quella che secondo molti è la più bella canzone d'amore di tutti i tempi, oltre ad altre preziose gemme.

immagina il più grande idolo pagano del ventesimo secolo. un uomo le cui parole erano venerate da miliardi di persone e lo sarebbero state per sempre.
quest'uomo, nel novembre del 1966, andò con un amico alla galleria d'arte Indica, a Londra, dove erano esposte alcune opere di una certa giapponese. magari se non ci fosse andato, sarebbe rimasto a casa. magari sarebbe uscito più tardi e un'auto l'avrebbe investito, uccidendolo sul colpo. magari sarebbe andato a ballare e avrebbe conosciuto un'altra donna. dice la nostra storia che invece egli andò proprio all'Indica e che là conobbe la giapponese.

questa giapponese qui:


anche lei, purtroppo, ha avuto un impatto devastante sul mondo.
in un film una donna dice che la mamma di hitler cercò di abortire, ma non vi riuscì.

infiniti universi. infinite alternative.

quella che ci è dato conoscere è questa.

1 commento:

er rombigojoni ha detto...

non lasci scampo alla povera, "dear yoko"