un tale arriva a milano. ad attenderlo c'è la ex moglie. la quale, inaspettatamente, ha anch'essa un sacco di bagagli. i due vengono fatti salire sull'auto di un parente, o amico, che si offre di accompagnarli. il luogo di destinazione è un ristorante che si trova proprio di fronte al cimitero monumentale. si chiama ferri e caffè. lo trovano, ma è quello sbagliato. infatti, a ben leggere c'è scritto ferri e caffè 2. proseguono, e dopo pochi metri trovano quello giusto. curiosamente, anche questo si chiama ferri e caffè 2. il parente o amico arriva con l'auto fino all'ingresso, dove deve fermarsi per via di grossi vasi. si scopre che il locale è pieno, e c'è gente che aspetta, seduta su comodi moderni divani. il parente-amico non ha tempo da perdere e, avendo portato a termine il suo uffizio, si dilegua senza tanti complimenti. il nostro eroe ha una brillante idea: chiama al telefono il cugino della exmoglie, che sta a catania, pensando possa essergli di aiuto. il cugino risponde, ma sembra assonnato. in quel momento il nostro realizza che sono le 23.35, benché il sole sia ancora alto. si scusa con il cugino per averlo disturbato. il cugino lo congeda non senza una sorta di indispettito stupore.
si pone il problema di arrivare a casa. il taxi, la soluzione più rapida, è oneroso. restano i mezzi pubblici. il nostro e la exmoglie, armi e bagagli, giungono alla fermata (piazza cimitero monumentale angolo carlo farini). arriva il tram numero 9. non va bene, ma è sempre qualcosa, prima o poi si cambia, tanto ci avviciniamo, pensa il nostro. il tram rallenta, con le porte già aperte, e il tale sale in tutta fretta, esortando la exmoglie a seguirlo subito, anche perchè il tram pare non volersi fermare. ma la exmoglie si attarda e non riesce a salire. il nostro resta sul tram, occupato da variopinta umanità, pensando che la exmoglie prenda il successivo e si trovino dopo 3 o 4 fermate. invece no. quando il nostro scende, aspetta un bel po' ma non arriva nessuno. arriva, invece, un balordo a bordo di un'auto truccata. il balordo semina il panico tra le vie della città. non è dato capire quali intenzioni abbia. un ciclista straniero dietro di lui legge il numero di targa. il balordo si sporge dal finestrino e fa no con la mano, a voler dire non ci provare. anche il nostro eroe ha letto il numero di targa, ma non ne è sicuro. si ferma accanto a un'altra auto e chiede conferma. a quel punto tutti si rendono conto che il numero di targa rappresenta qualcos'altro. il ciclista infatti ha un pettorale, delle stesse forme della targa, che lo identifica quale partecipante a non si sa quale misteriosa competizione, alla quale misteriosamente partecipava anche il pirata.
si ripone il problema di tornare a casa. ma in quel momento si apprende, come si apprende nei sogni, che la exmoglie ha fatto un'altra strada e vi è giunta sana e salva. smarrito, il nostro eroe cade in un opaco deliquio.
lunedì 9 aprile 2012
un sogno
scoreggiato da pim alle ore 02:34
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2 commenti:
Mi permetto un tentativo di interpretazione, sebbene si evincano più piani cognitivi.
Il sognatore che si riconosce nel tale ha dentro di sé esperienze e questioni gravose (bagagli) da condividere per recuperare un'intimità perduta, e desidera condividerle, pur sapendo che ne possiede altrettante personali la persona con cui desidera condividerle, scavalcando ogni elemento predeterminato che ne possa sancire il distacco.
Ritiene di essere condotto a questo obbiettivo da elementi interiori superficiali (parente sbrigativo), per quanto ad essi si affidi, non avendo di meglio, ma constata di non averne il controllo.
Vorrebbe tale condivisione verso una nuova intimità (casa), ma procede con prudenza e per gradi, cercando nel lavoro e nelle gratificazioni rilassate un punto di riferimento (ferro e caffè), provandoci più volte con lo stesso risultato, perché in fondo sempre delle stesse strumentalità si tratta (ferro e caffè 2). Non trova tale soddisfazione, neppure grazie all'attenzione ai dettagli di cui è padrone e la sicurezza di poter condividere le questioni gravose lontano dalla propria intimità (luogo di ristoro).
Eppure ritiene tale passaggio di importanza capitale e degno di altrettanto rispetto (cimitero monumentale), ancora si rende conto di aver bisogno di aiuto, ma di non avere le coordinate per chiederlo correttamente, e si sente a disagio ad ogni richiesta o esposizione di sé per coloro verso cui ha un residuo di fiducia.
Cerca allora di ritornare per altra via alla propria intimità da riappacificare, riconoscendo che questi passi devono essere compiuti insieme, con fatica, e per gradi.
Tuttavia l'impegno è discontinuo e lacerato, la fiducia verso un cammino condiviso è distratta e non attenta alle esigenze dell'altro. Per questo il sognatore trova nuovo smarrimento e disattese le sue aspettative.
Poi emerge un conflitto interiore: il percorso verso la propria intimità è disorientato da una lacerazione interiore, vissuta nel rapporto tra forma e sostanza nella giustizia quotidiana, nella sua esperienza personale. Il sognatore si rende conto che a prima vista contrappone violenti a deboli è un percorso verso una destinazione in cui tutti sono segnati da uguali errori (targa-pettorale): questo è indice di una poca attenzione alle reali priorità e al valore dei contesti.
Da ultimo, il sognatore ha ancora aspettative disattese, e non è contento che qualcuno raggiunga l'obbiettivo intimo che si prefigge per altre vie perché in qualche modo si ritiene defraudato della propria intimità.
In sintesi, cosa dice il sogno al sognatore: pesi gravosi da portare, desiderio di ritrovare intimità e pace con se stesso, necessità di condivisione importante ma troppo discontinuo, strumenti giusti da affinare e distinguere per orientarsi, priorità da riconoscere, consapevolezza di essere ancora lontano dalla pace con se stesso, necessità di ristabilire un equilibrio con chi condivide qualcosa di importante della sua intimità (volente o nolente).
Paolo
*Errata corrige. Il sognatore si rende conto che CIO' che a prima vista contrappone violenti a deboli...
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