martedì 1 giugno 2010

c'era una volta

"il cinema, declinazione deteriore della letteratura, svolge invero come questa la funzione socialmente utile di essere fruibile universalmente, a prescindere da qualsiasi disposizione del suo fruitore".
provo a parafrasare come segue la celebre sentenza di L. Manning Vines sopra riportata: prima o poi, chiunque riuscirà a identificarsi in un'opera d'arte. e in quell'istante, aggiungo, quell'opera avrà raggiunto il suo scopo (in questo il cinema si differenzia qualitativamente dalla pittura, che infatti mostra, anche da questo punto di vista, di essere espressione barbara dello spirito umano. molti si emozionano davanti a un quadro, molti anche davanti a orribili quadri, ma nessuno si identifica in un quadro. lascio ad altre notti l'intrigante discussione intorno alla "puerilità del processo di identificazione").

invece accade di capire qualcosa di ciò che ti è accaduto, o ti accade, guardando un film.
(naturalmente non guardando un film che conti tra i suoi interpreti bud spencer o terence hill, quei film con le scazzottate e quelle orribili canzoni. del perché milioni di persone trovino esilarante terence hill che prende a pugni un tizio, è un fatto che mai riuscirò a capire. ma è un altro dei miei problemi)

in realtà l'arte non ha alcuna funzione e alcuno scopo, così come i sentimenti. questi, tuttavia, possono trasformarsi in orrore, e rendere orribili. cosa che l'arte non può fare.

a me piacciono i libri che parlano di donne che amano troppo.
mi piacciono i settimanali femminili. li trovo meravigliosi. mi piacciono gli articoli che parlano di donne che insegnano ad altre donne che è ora di smetterla di pensare che essere donne significhi dare in modo incondizionato, perché è ora che le donne imparino ad amarsi.
mi piacciono moltissimo anche le interviste alle attrici, delle fighe spaziali taglia 40 (mi permetto di interporre il non secondario rilievo che codeste sono fighe spaziali nonostante la taglia) in cui tutti ci identifichiamo, che dicono tutte cose tipo vado pazza per il cioccolato non resisto alle lasagne mangio tutto il giorno mangio a tutto gas mangio tutto quello che voglio non mi interessano gli uomini sto benissimo da sola (con fuffi) odio le vacanze amo stare a casa

così scopriamo che la vita di penelope o di cameron è la stessa, proprio la stessa della casalinga di secondigliano.

l'altra sera ho rivisto con piacere ed emozione il film crimini e misfatti, che il suo autore ha ritenuto di rifare, peggio, qualche anno fa con il titolo match point e con attori decisamente più antipatici
almeno hawks ha rifatto un dollaro d'onore ma sempre con john wayne. vabè. a monte.

crimini e misfatti è, notoriamente, un capolavoro. un'opera d'arte universale. sono convinto che chiunque troverà una parte del senso della propria esistenza, una risposta a qualche domanda, un'altra domanda, guardando il film.

oggi mi sono commosso due volte. una, per una volée smorzata di dritto di francesca schiavone, nel terzo game del primo set (roland garros, quarti di finale). un'altra per una volée di rovescio, della medesima schiavone, sul 30-15 del 5-3 del secondo.
il che, temo, la dice, forse, lunga.

"c'era una volta un piccolo pesce che nuotava felice con i suoi genitori. un giorno il pesce andò al supermercato a fare la spesa. a un certo punto incontrò un delfino, fecero amicizia, cenarono e si addormentarono. fine"

se perderò il prezioso incerto manoscritto, magari resterà sul web. chi lo sa.

3 commenti:

W.B. ha detto...

Merviglioso.

W.B. ha detto...

Talmente eccitato per la meraviglia, da dimenticare la 'a'. Meraviglioso.

pim ha detto...

la meraviglia sta nel vedere WB che omette una a. il post è nel solco dei precedenti: ignorante, banale e autoreferenziale.
comunque grazie :)