mercoledì 2 giugno 2010

fenomenologia di fabio caressa

mi sono spesso chiesto perché in quel di sky non si siano ancora liberati dell'ingombrante presenza del telecronista fabio caressa.
naturalmente ho posto la precedente questione avendo già considerato - mi sembrava un gesto minimo - che il fatto che il mio orecchio e i miei sensi trovino il suddetto personaggio particolarmente sgradevole, non debba significare che tutti provino i miei stessi rimescolii.
dapprima pensavo che fosse dunque perché il caressa riscuote notevoli simpatie presso il pubblico, o presso i colleghi, o perché ha appoggi importanti. poi, re melius perpensa, ho trovato la spiegazione. sky non se ne libera perché non può.

fabio caressa è uno di cui non ti puoi liberare.

fabio caressa è un uomo determinato. uno che sa quello che vuole. è un uomo che, come molti della sua specie, ha molta stima di se stesso. fabio caressa è ambizioso, ovviamente. può guadagnare grandi traguardi. è un piccolo bonolis, qualche libro mal letto in meno, più tracotante, meno subdolo. è un uomo che, senza dubbio, ha una sua opinione su tutto.

fabio caressa è tracagnotto, ha collo largo e molto corto, capello amico dell'unto, faccia larga e quadrata, strozza metallizzata ed erre molto arrotata.
è uno che non si stanca presto. ha molta carica. e poca paura.
un cavaliere del medioevo. uno che darebbe volentieri del tu alla cotta di maglia, alla cappa e alla spada.

fabio caressa è completamente privo di senso dell'umorismo. pensa che lo stile stia in quella che lui crede essere la preparazione tecnica, ovvero l'individuazione dei giocatori sul campo.

fabio caressa è un rompicoglioni.
è il classico personaggio che arriva al villaggio turistico e si lamenta della camera, del servizio, della lontananza dal mare. fomenta i villeggianti, crea un gruppo e pretende rivendicazioni. è un leader. un leader di poveracci. è quello che alza la voce all'assemblea condominiale, è quello che si prende la "questione di principio", è quello che al liceo si metteva in prima fila quando c'era da far casino, è quello che si fa nominare "consigliere" ovunque esista questa possibilità in seno al mondo.
caressa si sente solo. e vuole essere amato.

fabio caressa è un uomo rozzo. rozzo nel parlare, nel muoversi, nel vestire (nel senso che, sul suo corpo, i vestiti diventano rozzi). la voce è sgradevole, il tono sempre sopra le righe. il lessico è misero, la retorica abbonda, anzi deborda, l'antilingua s'impone con fierezza. assai carente l'analisi tecnica, fastidiosa la compiaciuta rapidità di parola. ha provato a fabbricare anche lui un suo segno distintivo - non dire "gol" o "rete" ma il nome dell'autore - con esiti deprimenti quando non (involontariamente) comici.
il dialetto romanesco emerge febbrilmente nelle telecronache reclamando spazi. spazi che gli sono stati concessi in piccole trasmissioni post partite. qui il nostro si presenta in maniche di camicia (troppo aperta) e jeans sparacchiando battutacce e analisi da osteria in compagnia dell'amico e collega stefano de grandis, il quale se nemmeno in presa diretta riesce ad esprimersi in italiano, figuriamoci in registrata e in jeans.

caressa è un telecronista che vuole lasciare la sua impronta (il suo omologo, in rai, è marco mazzocchi, figlio d'arte). è un parricida, come tutti i giovani arrabbiati. vuole la testa dei papà equidistanti e assonnati delle telecronache di un tempo. prende posizione, dice la sua, dà di gomito all'ospite, strizza l'occhio, fa capire di saperla lunga, e questo con la speranza di creare un ponte di simpatia e complicità sia con l'ospite che non può parlare troppo (il calciatore inseguito dalla domanda sul suo futuro o sul perché di tanta panchina), sia con lo spettatore (che deve sapere che c'è di più, rispetto a quello che si legge).
un furbetto, caressa.

da qualche tempo hanno assegnato al nostro (l'avrà preteso lui, che è senz'altro giocatore) il commento delle partite dei tornei internazionali di poker (nella versione texas hold'em). lo spettacolo è spossante. certo il gioco non aiuta (il poker è il più rozzo dei giochi di carte, l'hold'em la variante deteriore, e almeno in questo l'accoppiamento è centrato).

in ogni caso, qualsiasi cosa egli dica o faccia, è convinto che siamo tutti amici suoi.

adesso lo aspettano i mondiali di calcio.

uno dice guarda che prima di caressa le telecronache le faceva massimo marianella.
e allora ti rendi conto che, una volta di più, era meglio stare zitti.

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