Qualche giorno fa mi è toccato di vedere un immenso poster della nuova stagione (si chiama così) della serie televisiva Gomorra, prodotta da Sky. Si tratta della quarta stagione. Copriva, il poster, tutta la facciata del palazzo del Comune di Milano di via Pirelli. Ora, io non mi sono soffermato sul fatto che Sky con i soldi dei suoi tanti abbonati produca serie televisive invece, per esempio, di acquistare (costerebbe infinitamente meno) i diritti per trasmettere dei film decenti. Sky paga lauti stipendi a personaggi come Massimo Marianella e Fabio Caressa, per non parlare di Beppe Bergomi e di quell'imbecille di Alessandro Costacurta. Pazienza. No. Mi sono soffermato - e non poco, nel mio piccolo - su di un altro versante, ovvero la funzione socialmente utile di Gomorra. Mi sono chiesto, la faccio breve, se sia socialmente utile una serie televisiva che sostanzialmente magnifica la camorra (uno mi può dire quello che vuole, ma è così). Poi mi sono detto che, evidentemente, chiedersi se una serie televisiva sia socialmente utile è una scemata. Anzi, mi son detto, chiedersi se qualsiasi cosa sia socialmente utile è una grande scemata. Di fatto, ho aggiunto, qualsiasi studio circa il ruolo sociale di qualsiasi cosa è ormai profondamente antistorico. Antistorico. Una volta la mia collega di studio, che vota il PD perchè è democratica, mi disse che fumare è antistorico. Di fronte a quella perentoria affermazione rimasi senza parole. Mi restò in testa quell'aggettivo. Mi resi conto che ormai la misura, anche etica, delle cose, non è data da codici inscritti, come avevo sempre pensato, ma da criteri afferenti la modernità. Se è moderno è bene, se è antico è male. Che è un po' come dire che il reale è razionale.
Se il reale fosse razionale non esisterebbe il capitalismo, e nessuna delle sue mostruose creature, come Chiara Ferragni e Maria De Filippi, che rappresentano una catastrofe per l'umanità. Ma non solo nessuno se ne accorge, tutti pensano che deve accadere, e siccome deve accadere è giusto che accada.
Invece no. Non è giusto. Il giusto esiste, e anche lo sbagliato, e io so cosa e dove sono. Non è giusto che ci sia un ritardato a presiedere un ministero, non è giusto che le persone siano indotte da un sistema criminale ad acquistare beni senza senso, non è giusto che si magnifichi la camorra.
Antistorico un cazzo.
sabato 6 aprile 2019
Quaestiones de iuris subtilitatibus
scoreggiato da pim alle ore 03:59
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1 commento:
La tua denuncia ha il prezzo della sofferenza di chi sa gustare il bello e non tace, rassegnandosi. La rassegnazione è parte di quel nucleo di nuovi affetti nati con la coscienza di un artificio, quella che Lyotard battezzò come la condizione postmoderna, nel 1979. Il francese, pago del moderno e della buona condivisione nel tempo, sosteneva che le narrazioni storiche fossero finite e dovessero finire, buttando nel calderone ideologie e ricerca del senso comune. Ora, questo estremo, tu denunci, si è addirittura evoluto in un nuovo senso della storia, totalmente irrazionale e pago di una voluttuosa insipiente ingiustizia, dove arte e diritto, etica e cultura si danno braccetto per adorare l'oscenità, promuovendone il culto. La tua sensibilità è dunque foriera di altro, Pim. Rammenta che dopo la denuncia occorre nuova visione che nasce dalla ferita. Il pregio di chi, come te, ha il talento sinestetico unito alla passione per la ricerca del senso del giusto, può vedere dove altri non colgono. Attendo quindi la tua ars poetica. Questa, se fondata sulla ricerca del vero, ha un valore di efficacia più alto di una ars combinatoria, basata solo su facoltà razionali. Grazie per il tuo contributo, che confido mostri ancora il meglio di te. Paolo
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