film di Lorenzo Garzella e Filippo Macelloni, da un racconto di Osvaldo Soriano. di brutto ha solo il titolo, il resto è meraviglia.
vi si narra la "vera incredibile storia dei Mondiali di Patagonia 1942".
di come un misterioso Conte di origini balcaniche emigrato in Argentina decise di organizzare il campionato del mondo di calcio laggiù, mentre dappertutto era la guerra e non si giocava.
e di un nubifragio che scoppiò durante la finale e fece scappare tutti, tutti tranne i giocatori che rimasero in campo, e l'operatore, che filmò, come aveva fatto con le altre partite, anche l'ultima. di lui, anni dopo il diluvio, venne trovato lo scheletro ancora abbarbicato alla cinepresa, e dalla cinepresa venne estratta la bobina, e sviluppata. e chissà se riuscì a imprimere il nome dei vincitori.
un mistero, il Mondiale del 1942. escluso dagli annali del Pallone, è una leggenda tramandata, come tutte le leggende, tra invenzione e memoria, da chi c'era e da chi c'è ancora, una storia che è bello raccontare, perché è questa, la Storia, che si forma nel fango e nelle nuvole.
c'erano l'Italia, la Germania, l'Inghilterra, la Spagna, la Francia, il Brasile e tante altre squadre.
c'erano arbitri con la pistola, centravanti con gli occhiali, difensori ciccioni, portieri ipnotizzatori, centrocampisti acrobati, calciatori indios con le loro strane bevande e bionde bellissime fotografe, talentuose e innamorate.
non l'ha visto nessuno, il Mundial dimenticato, eppure è il più bel film italiano degli ultimi dieci anni.
io l'ho visto stamattina, e sono contento di averlo visto.
mercoledì 17 luglio 2013
un capolavoro
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