giovedì 15 novembre 2012

non potest, qui iudex esse vult.


Alla radio ci sono le trasmissioni in cui è data la possibilità di intervenire agli ascoltatori.
Il tratto comune a tutti quelli che intervengono, su qualunque radio e in qualunque trasmissione, è che sono tutti dei deficienti assoluti.

Il che porta a due sole possibilità: a) tutti quelli che ascoltano la radio sono deficienti; b) tra coloro che ascoltano la radio, solo i deficienti telefonano. Io ascolto la radio, e non ho mai telefonato a una radio (anzi, l’ho fatto, una volta, adesso racconto questo fatto. Ero in bagno e mi stavo lavando, più o meno 25 anni fa. E sto sentendo una radio che avrei sentito solo quel giorno e poi mai più. Destino. C’è un conduttore che mette in palio un premio destinato al primo tra coloro che indovinano la parola mancante in una frase. La soluzione è molto semplice. Cominciano ad arrivare telefonate. Nessuno azzecca la risposta. Il conduttore insiste. Altre telefonate. Niente. La situazione diventa quasi imbarazzante. Nei piani della radio il tempo di assegnazione del premio avrebbe dovuto essere - si usa l'ausiliare avere se il verbo servile è seguito da essere- intorno ai 20 secondi, cioè il primo, massimo il secondo a beccare la linea. Altri interventi a vuoto. Il conduttore, che sta perdendo un po’ di verve, cerca di dare qualche suggerimento. Ancora acqua. A quel punto ci penso e dico non è possibile. Non so spinto da quali impulsi, prendo il telefono e chiamo. Sono in linea. Do la risposta. Il conduttore è sollevato, ha finalmente mollato il sacco a destinazione. Ritirerò il premio qualche giorno dopo. Mi ricordo una radio quasi casalinga, una lunga scala ripida. In un paese fuori Milano, dove non ero mai stato. E dove sarei andato, pochi anni dopo, a svolgere il servizio civile. Proprio lì, proprio in quel paese dove non ero mai stato, dove c’era una radio che non avevo mai ascoltato, una radio che presto avrebbe smesso di trasmettere, e dove ho vinto un premio perché ho risposto a una domanda. Tout se tient, mon vieux.) però non mi sento un deficiente assoluto, accidenti. Cioè il problema non è come nelle trasmissioni televisive che ce li mettono loro i concorrenti bifolchi così tu ti senti più intelligente e sei invogliato a partecipare, a vedere, a comprare i prodotti che passano nella “fascia”. Non è come nelle trasmissioni televisive che presentano esseri umani che si fanno umiliare da altri esseri umani pur di essere in televisione, si fanno umiliare in tutti i modi in cui un essere umano può essere umiliato, davanti ai pacchi, davanti a un cuoco, su una spiaggia. Alla radio la gente telefona spontaneamente, non sono scelti (c’è un piccolo filtro, ma giusto per scremare i pazzi che si sente subito che sono pazzi, perché io potrei anche essere un pazzo furbo e chiamare con voce calma e professionale e poi appena sono in diretta mettermi a bestemmiare. Questa è una cosa per esempio che non so come sia possibile che non accada mai. Mai nessuno che comincia dicendo salve sono paolo da roma e volevo intervenire sulla legge elettorale e poi giù una sequela di bestemmie orrende, prima di essere silenziato). La gente telefona e vuole, deve dire la sua intorno all’argomento. E tutto questo, non mi si dica per la celebrità. La radio garantisce un comodo e potente anonimato. Né per l’immortalità (sarei curioso di vedere gli archivi audio di una radio di medie dimensioni). Né, ovviamente, per una contropartita economica. Mi umilio, ma a pagamento, in tivù. Alla radio invece sono me stesso ed esprimo le mie opinioni.

Ed eccoci tornati al punto di partenza. Come è possibile che tutti i radioascoltatori siano così stupidi (perché, ragazzi, lo sono!)? e non venitemi a dire, babbini, che uno diventa stupido perché è emozionato. Dai, son cose che si capiscono.
Evidentemente la risposta è la b): telefonano solo i deficienti. Gli altri ascoltano la radio, cioè, spesso,  ascoltano persone deficienti che dicono cose deficienti. Ma se uno non è deficiente e non è, si presume, interessato a sentire persone deficienti, allora perché ascolta la radio? Non certo per sentirsi più intelligente, ciò che, quanto meno, è, potremmo dire, una gratificazione effimera. Perché spera, prima o poi, di sentir parlare persone intelligenti? Forse diamo troppa importanza all’intelligenza. Come all’amore. Dovremmo ristabilire le proporzioni, le gerarchie.
Però io una cosa voglio dire, visto che non ho tanta voglia di intervenire alla radio per dirla, e poi perché penso che se la scrivo qui, resta, diciamo, per sempre. E un domani se uno si vuole informare magari capita su questa pagina e trova la risposta alla sua domanda, o la confutazione alla tesi di cui è, ahimé, gelosissimo.
Ebbene, il fatto è che non commette reato un ottantenne che scopa una quattordicenne. Se essa è d’accordo, beninteso. E se l'ottantenne non è suo nonno. Se ne ha sedici, va bene anche il nonno.
Desidero riportare quello che ritengo un suffragio di qualche autorevolezza

Art. 609-quater.
Atti sessuali con minorenne.
Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609-bis chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali con persona che, al momento del fatto:
1) non ha compiuto gli anni quattordici;
2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di convivenza. (1)
Al di fuori delle ipotesi previste dall'articolo 609-bis, l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, o il tutore che, con l'abuso dei poteri connessi alla sua posizione, compie atti sessuali con persona minore che ha compiuto gli anni sedici, è punito con la reclusione da tre a sei anni. (2)
Non è punibile il minorenne che, al di fuori delle ipotesi previste nell'articolo 609-bis, compie atti sessuali con un minorenne che abbia compiuto gli anni tredici, se la differenza di età tra i soggetti non è superiore a tre anni.
Nei casi di minore gravità la pena è diminuita fino a due terzi.
Si applica la pena di cui all'articolo 609-ter, secondo comma, se la persona offesa non ha compiuto gli anni dieci.

E' che non ne posso più, anche se ormai siamo alla fine, di sentire parlare gente che se la prende con Berlusconi “perché va a letto con le minorenni”. In realtà non ne posso più di ascoltare o leggere le parole di gente che se la prende con Berlusconi. Lo trovo incredibile. E ogni tanto mi tocca pure di incontrare la Boccassini in tribunale. Che non è nemmeno una delle peggiori, a voler essere onesti. Nel senso che alla fine si occupa di queste cose qua, del premier che fa i festini con le mignotte vestite da suore, e va bene, spende i soldi (la Boccassini) dello Stato, mette in piedi il baraccone, ore e ore di intercettazioni, polizia giudiziaria, faldoni, udienze, testimoni, quintali di carta e di materiale, tutto inutile perché Mister B. non ha commesso alcun reato, ma appunto pazienza, ci sono tanti funzionari pubblici che sprecano i soldi della Pubblica Amministrazione, come i sindaci che investono sui derivati e fanno perdere miliardi ai comuni e poi io devo pagare l’area C e le multe e va bene, non è una delle peggiori, sono peggio quelle che pronunciano provvedimenti in materia di stato e famiglia, quelle, o quelli, che decidono realmente della vita di altre persone, tutti i giorni, decidono della vita di altre persone. Lo scrivo un’altra volta. Decidono della vita di altre persone. Quelli sono pericolosi. E lo sono perché non lo sanno, quello che fanno. Non solo. Si annoiano. Sono stanchi. Troppi fascicoli. Troppi avvocati. Troppa roba da leggere e da scrivere. Comprano la focaccia, prendono la bici, fanno i papà e le mamme, a cuor leggero, e la notte, otto ore di sonno saporito.
No, non va tanto bene.
Perché, come dice il mio amico U., parafrasandomi: chi vuole essere giudice non può essere giudice.

Quanto al premio, il premio era una confezione di prodotti per l’igiene personale.  
La risposta era “sfera”.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono molto contento e molto arricchito per aver letto questo post, e quell'espressione latina, che mi è molto cara.

Dentro quel percorso, tra scale ripide ed eventi irripetibili, mi piacerebbe conoscere la frase intera proposta dallo speaker, dato che ben ricordi la risposta.

Per il resto, a miglior completezza del tema storico accidentale trattato, i reati contestati a B. sono la concussione e il favoreggiamento della prostituzione minorile, invero il discorso non cambia, dato che mancano perfino il concusso e comunque la parte civile, tutto il resto è teatro del niente. E in effetti, quello che crea più pruriti e moralismi è la sintesi del fatto nell'ipotesi ex art. 609-quater c.p. .

Paolo

pim ha detto...

infatti. tutti sanno che B è innocente in relazione ai reati contestatigli e che il processo è una farsa. tuttavia Clinton fu costretto a dimettersi, sotto la scure dell'impeachment, per molto meno.
quello che non poté la corruzione di un giudice (sentenza definitiva), fece un pompino (se mai ci fu).
ciò che dà la dimensione (anche) del nostro paese.
tutti tuonano e sputano. poi gli dai una scrivania e il giorno stesso spariscono le penne dalla cassettiera.

Anonimo ha detto...

ordunque, partendo dal fondo, in effetti il B è rinviato a giudizio per aver scopato con una minorenne (Ruby) a pagamento e ciò in violazione di una legge che lui stesso aveva approvato (puoi essere il nonno della diciassettenne e scopartela ma non per soldi...).
Quanto alla concussione, il concusso (anzi la concussa) c'è ed è la poliziotta alla quale è stata propinata dal B in persona la cazzata della nipote di Mubarak che, proprio in quanto evidente cazzata, è una mal dissimulata pressione indebita da parte del pubblico ufficiale B (ed è per questo che alcune settimane fa cercavano di introdurre il fine di lucro nella concussione...): è un po' come quello che ti augura che tu possa passare un felice natale con la tua famiglia se non gli rompi i coglioni... non lo fa mica perché è gentile...
Per quanto riguarda invece gli ascoltatori che chiamano la radio credo che tu abbia abbastanza ragione ma molto dipende dalle trasmissioni (molte aizzano ed esaltano i pazzi e gli esagitati).
Anch'io comunque ho chiamato una volta una trasmissione: facevano un quiz all'incontrario gli spettatori proponevano una parola o una locuzione in dialetto e i conduttori dovevano indovinarne il significato. La mia, che ritenevo impossibile,fu subito sgamata.
La parola in questione era: 'i.
AM

Anonimo ha detto...

AM, non concordo con la sintetica valutazione sull'ipotesi di concussione nel caso specifico. L'art. 317 c.p. prevede, nella condotta del PU abusante della propria posizione, la costrizione ovvero l'induzione di taluno a conferire/promettere indebitamente, a lui o a terzi, denaro o altra utilità. A mio avviso, anche considerando lo sviamento e l'inopportunità dell'informativa, il fatto non sussiste. Infatti, la - presunta utilità della - scarcerazione, a giudizio e dichiarazione formale della persona coinvolta nella decisione - almeno da quanto visibile ancora dai media che hanno acquisito informazioni del processo -, non è stata propiziata in modo irregolare, quindi in modo difforme dalle procedure previste per legge. Il processo decisionale appartiene tutto al foro interno del PU - in questo caso parliamo del PU suscettibile dell'informativa -, che deve verificare l'esistenza delle condizioni obbiettive per la scarcerazione, evidentemente presenti a prescindere dalle parentele presunte della minore. Se questi persiste nel considerare la regolarità nella prassi della propria opera, dubito fortemente possa essere provata l'ipotesi di reato ascritta.
Circa la prostituzione di minore, occorre dimostrare anzitutto la percezione del denaro da parte del minore, cosa che appare tutt'altro che provata.
Per inciso, non mi interessa difendere alcuno, né per ideologia né per condivisione morale del senso del privato e del pubblico - anzi... -, solo condivido con Pim il giudizio sull'abnormità della situazione, data l'apparente incertezza del fatto nell'ambito istruttorio e la quantità incredibile di risorse coinvolte per dimostrarne la coerenza in un disegno criminoso.

Paolo

Anonimo ha detto...

L'abnormità non sta nella scarcerazione in quanto tale ma nell'affidamento della minore ad un soggetto che non aveva alcun rapporto di parentela con la stessa né aveva alcun titolo per prenderla con sé. Quanto alla percezione di denaro, le cose sono talmente di dominio pubblico che qualcuno, a quanto pare, ha recentemente pensato di passare alla cassa anche se non era stato invitato...

Anonimo ha detto...

Allora si vorrebbe indire una sorta di gara di abnormità tra comportamenti di soggetti di potere? Abnorme allora è anche il tempo intercorso tra la bocciatura della Consulta sul legittimo impedimento e l'inizio di questa inchiesta. 6 giorni. Abnormi sono il numero di processi avviati contro la stessa persona a seguito del suo coinvolgimento in ambito politico e quindi archiviati o conclusisi con assoluzione. Abnorme è l'incapacità di un sistema di contestanti di uscire dal circolo vizioso del potere e del decidere, per concentrarsi magari su proposte socialmente e produttivamente impegnate che scalzino le grettezze contestate con fatti, anziché a colpi di procedimenti. Una classe dirigente più responsabile avrebbe già definito da tempo la "questione del ventennio" sui mercati e nella società civile e con ben altri metodi e risultati. E poiché comincio ad avere l'età per rispondere di "pubblica responsabilità", nel senso appena descritto, desidero estraniarmi da questo assurdo problematizzare sul nulla dei poteri.

Sull'elemento accessorio al post di Pim aggiungo solo dati di dubbio tecnico in merito alla linearità delle costose contestazioni giudiziarie, definite abnormi dall'anonimo. La signorina si trovava in stato di fermo e fino a quel momento ancora - pare - senza contestazione di reato. L'affido - scarcerazione, in effetti, è altro - in tal caso era di competenza dell'ufficiale di P. in servizio. Non conosco le prassi di affido dei minori, che appartengono evidentemente al regolamento interno di P., e dubito che un ufficiale affidi un minore senza avere scrupoli che oltrepassino le raccomandazioni telefoniche, motivando a posteriori - contro il proprio interesse - la correttezza della prassi adottata.
Circa i denari conferiti e il fatto della connessa concessione delle grazie, è bene riferirsi alla specificità del caso sotto un profilo istruttorio, più che al materiale di pubblico dominio. E siccome non siamo i legali dell'imputato o i PM, cioè siamo soggetti estranei al fatto e nell'indisponibilità del materiale istruttorio, forse è meglio riconoscere di non sapere - come Doppiovubi ama dire, per altre vie - e dedicarci ad altro. Per l'appunto con responsabilità, se si vuole "essere giudici".

Paolo

Anonimo ha detto...

abnorme per abnorme, è abnorme anche un presidente del consiglio che, nella migliore delle ipotesi, ha pagato il "pizzo" a Cosa Nostra fino al 1992 in quanto vittima di estorsione...
E, comunque, sì è abnorme che un minore non accompagnato indiziato di delitto sia "affidato" ad un solenne estraneo sia pure consigliere regionale e non ad un parente o ad una comunità protetta. Lo si fa proprio per evitare quello che è poi puntualmente successo: che l'estraneo, invece di tutelare il minore, se ne freghi di quello che può succedergli...
Ah, se poi consideriamo che l'estraneo in questione è poi anche quello che ne sfruttava la prostituzione (sebbene la poliziotta non lo sapesse ma il B sì), la cosa è ancora più grave.
AM

PS Sono d'accordo su tutte le altre "abnormità" che, però, non hanno rilevanza penale...

Anonimo ha detto...

AM, con quest'ultima risposta l'elemento accessorio del discorso è diventato primario. Se replicassi - dato che le questioni tecniche già sono state esaurite con la precedente risposta e nel limite del prudentemente conosciuto - accetterei a mia volta, nel limite del contesto, di poter essere giudice, cioè rinnegherei il senso del post che tanto mi è piaciuto. Sto con Pim e, per canto mio, desisto.

Paolo