giovedì 4 novembre 2010

cave fellationem

qualche anno fa negli stati uniti d'america hanno mandato davanti al gran giurì il presidente perché ha detto una bugia. non una bugia qualunque, no. una bugia che ne minava la credibilità istituzionale, una bugia che ne annientava il peso politico e tradiva vergognosamente il cosiddetto mandato popolare, come a dire, se uno mente su questo, mente su tutto. come può essere un buon presidente dell'america uno che dice bugie come questa?
di cosa si trattava? il presidente si era fatto fare un pompino da una donna che non era sua moglie. e quando la donna lo sputtanò, ai giornalisti lui disse beh, sì, cioè no, non esattamente, non era sesso, era solo un pompino. e la sua carriera finì.
il nostro premier ama anche lui i pompini. a quanto pare molti uomini (e donne) sembrano credere che un presidente non deve amare i pompini, se non da donne che sono legittimate (in forza di un contratto o di un sigillo) a farglieli. e comunque non è bene che lo dica, se li ama. non sta bene.
un presidente che ama i pompini e che dice di amarli non può essere un buon presidente, in effetti.
che presidente può essere uno che se vede una bella ragazza vorrebbe avere del sesso, anche orale, con essa? può forse condurre degnamente un paese, avendo voglia di fare l'amore?
no, non lo credo nemmeno io.
il migliore dei presidenti possibili (maschi, ma vale anche per le femmine, mutatis mutandis) è quello che non ama il sesso. deve amare le riunioni, i faldoni, le parate, le telefonate, le firme sui pezzi di carta, le riviste (militari), deve amare parlare, deve amare la responsabilità, gli impegni, deve amare il Paese, deve amare i bambini, gli operai, i magistrati, i giornali, i lavoratori tutti. deve amare fare la pipì, con il suo pistolino, non qualche altra cosa.

nel nostro paese, come in america, quando la prima troia si sveglia la mattina e dice che ha succhiato l'uccello del premier, il premier deve andare a casa.

io credo che sia bellissimo vivere in un paese così. farsi succhiare l'uccello per diletto, o fare altre cose collaterali, è una cosa che può desiderare un giornalista, un avvocato, un dentista, ma non un politico.

quando andiamo a votare, ci andiamo, tutti, con la piena convinzione che colui (o colei) che votiamo sia una persona integerrima, soprattutto dal punto di vista del costume sessuale. è quello, il motivo per cui scegliamo i nostri politici e i nostri amministratori.

le statistiche pubblicate da tutti i periodici cosiddetti scientifici ci dicono sempre che la durata media, nel mondo, di un rapporto sessuale è di 8 minuti.
io non ce l'ho fatta mai in meno di dieci, nemmeno quando avevo 18 anni e mi eccitavo coi fumetti e stavo cinque giorni senza eiaculare.
mi sento molto in colpa per questo.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

mi sento di dissentire: il problema non è che gli piacciono i pompini o che si scoperebbe anche i termosifoni. Anche Mitterand c'aveva un amante ed una figlia illegittima, lo sapevano tutti e non era un grande scandalo.
Il problema è che, dopo lo scandalo della D'Addario (se un amministratore di condominio si fa pagare le puttane dal fornitore del gasolio credo sia legittimo incazzarsi..) e quello di Noemi, il nostro ha pensato bene di farsela con una prostituta minorenne (che sarebbe anche un reato introdotto dal suo governo...) procuratagli da Lele Mora (Lele Mora! Forse sarebbe meglio che un Presidente del Consiglio non si facesse trovare le puttane da un soggetto simile...), ha fatto pressione sulla Questura per farla liberare con una scusa da cinepanettone ("è la nipote di Mubarak..."), l'ha fatta affidare ad una ex velina (che lui, nel frattempo, ha fatto diventare consigliere regionale per meriti sessuali...) che, a sua volta, prima ha negato poi salta fuori che non l'ha fatta neppure entrare in casa sua ma l'ha scaricata da una puttana brasiliana.
Come se non bastasse, ha pensato bene di mandare i servizi a scassinare gli armadi della Procura di Milano dove erano custoditi i fascicoli delle indagini...
Ci manca solo l'antropofagia e poi ha annullato qualsiasi differenza con Bokassa!
AM

Anonimo ha detto...

Schema di Richard L.Garwin ovvero, nella sua forma più sofisticata, un sistema di lancio di un numero consistente ma limitato di missili al solo primo allarme basato su sensori satellitari geostazionari di avvistamento precoce. I missili dovevano essere quindi lanciati entro e non oltre 7 minuti dall’allarme satellitare di una serie di lanci nemici.

Decisamente poco per aspettare la fine di un pompino...

Sulle navi, di pirati e non, tutto si risolveva buttando agli squali il Capitano e prendendo razionalmente il controllo della nave. Purtroppo le 'cellule specchio' ed il quinto comandamento hanno reso via via più complesso questo elementare atteggiamento della ragione a favore di una prassi volta alla lacrimuccia per il Bambi di turno, sia esso magnate della finanza o Premier. Le semplice logica del branco li vorrebbe morti e sepolti. Al primo fallo. Non al secondo...

pim ha detto...

i due commenti, in sostanza, dicono la stessa cosa. ma si dimenticano del problema.
il problema è l'indifferenziazione.
vanno bene squali e missili e dimissioni.
vanno bene se e quando ci siano motivi che li giustifichino.
se il premier corrompe un magistrato, è assai opportuno che venga buttato a mare, con tutti gli squali. se scopa, no.
i premier dovrebbero avere per legge un harem di concubine con le quali ssoddisfarsi a fine giornata. un premier soddisfatto è un miglior premier. come i sultani, come i principi.

invece no.
qui è tutto uguale. nel mondo in cui si discute di assassini e di pompini, allo stesso modo, con la stessa enfasi, con le stesse parole, sugli stessi giornali (non del premier, qualcuno è rimasto ad altri); nel monmdo in cui il premier è richiesto di andare a casa per l'uno come per l'altro motivo, si perde il senso delle cose.

sono sicuro che domani, quando B. andrà a casa, perchè ormai ci va, e arriverà al suo posto bersani, o vendola, o di pietro, o grillo, o casini, o montezemolo, o fini, sono sicuro che tutto questo cambierà.

che sarà finita l'epoca di aida yespica, di costantino, di maria de filippi, di verissimo. sono sicuro che, morto B., le riviste smetteranno di parlare di fabrizio corona e di belen.
è lui, l'italia di lele mora. morto lui, il signor mora si troverà un lavoro onesto, farà il ferroviere, o il turnista. le veline andranno a lavorare in fabbrica, perché riapriranno le fabbriche, torneranno gli operai, tornerà la coscienza di classe, torneranno i libri sugli scaffali, e l'onorevole borghezio (borghezio!) quando parlerà di rené guénon lo farà perché l'ha letto davvero, il guénon.

sarà sicuramente così.
è tutta colpa di B. se l'italia va male. morto lui, diventeremo un paese serio.

Anonimo ha detto...

Ovviamente!
E anche tutti gli italiani che si riconoscono nel premier torneranno ad essere onesti... o morti