martedì 13 dicembre 2016
#noallaviolenzasuimaschi
un fiume impetuoso scorre dentro di me. costringerlo nel misero alveo di questo scritto non fa che aumentarne l'intensità. ma es muss sein, come disse quel tale.
non è più accettabile osservare come placidi mentecatti la distruzione programmatica di noi stessi.
non solo il femminicidio (inteso come deve essere inteso, ovvero come omicidio di genere) non esiste, e di questo abbiamo già scritto. non esiste nemmeno la violenza sulle donne. lo scrivo in modo più comprensibile:
la violenza sulle donne non esiste
quello che esiste è la violenza sui maschi
non conosco, né ho mai conosciuto in 50 anni di vita, personalmente o attraverso i racconti e le confessioni di altri, una donna che abbia subito violenza psicologica o fisica da un maschio. anzi, no. mi correggo. una. una signora in sicilia, vittima, lei sì, di un marito pazzo da legare. una.
quello che invece conosco, personalmente e attraverso i racconti e le confessioni di tanti, sono maschi che subiscono violenza fisica e psicologica da parte delle donne.
i maschi subiscono continuamente violenza da parte delle donne. e sono talmente annichilati da non riuscire nemmeno più a esprimersi, a ribellarsi, a fare alcunché. mentre le donne tuonano da ogni parte contro un fatto che non c'è, gli uomini continuano sistematicamente a subire.
subiscono in famiglia, all'interno delle omertose mura domestiche, dove le mogli li aggrediscono, li umiliano, li sbeffeggiano, gli si rivoltano contro, urlando, ricattando, minacciando, e a volte menando le mani o peggio.
subiscono fuori dalla famiglia, quando le donne, esasperate per non avere avuto un uomo all'altezza delle loro ambizioni, dei loro desideri, preparano la separazione, un procedimento attraverso il quale il maschio viene spogliato di ogni bene, defraudato del proprio ruolo di padre, costretto a vivere in miseria per garantire alla signora lo stesso tenore di vita che aveva durante il matrimonio, in virtù di un principio che non esiste nella legge e che nasce dalla giurisprudenza consolidata da donne magistrato.
le donne hanno perduto, in questa fetta di salame che è il nostro evo, la loro ontologia. l'hanno tradita, l'hanno pervertita. gli uomini l'hanno a loro volta smarrita. si sono messi a osservare, con beata stolidità, la progressiva spoliazione di ogni senso di mascolinità all'interno della società e della famiglia. la scomparsa del ruolo del padre e del compagno. la scomparsa del genere, anche nel vocabolario della lingua italiana. un fatto spaventoso, cui i giornalisti alla cazzullo plaudono tutti contenti. forse pensavano, pensavamo, dovrei dire, perché è la mia generazione che ha generato tutto questo, di scopare di più. andare dietro alle donnine e dargli il contentino le avrebbe rese più docili, meno rompicoglioni. ce l'avrebbero data di più. invece no. giustamente la donna 2.0 si lamenta che i maschi non esistono più. perché anche la donna più ridicola, alla boldrini, per capirci, quella che vuole dire presidenta e sindaca e magistrata, anche lei vuole, vuole fortissimamemte essere presa da dietro e chiavata, tenuta a faccia in giù mentre il cazzo del suo uomo la scopa come si deve. non esiste donna al mondo che non lo voglia, e questa è la verità.
l'uomo moderno, femminilizzato nella forma e nel contenuto, reso impotente dalla moda e dalla pubblicità del mondo capitalistico, non è più un maschio. e se continuerà su questa strada, perderà anche l'unica cosa che ancora gli resta di diverso rispetto alla donna: la forza fisica, buona ormai solo per prendere gli articoli più in alto sugli scaffali dei supermercati.
allora vengo alla pars construens.
donne, uomini: ritrovate la vostra ontologia.
una donna vuole un uomo, e un uomo una donna.
non c'è uomo che non desideri innalzare la propria donna su un piedistallo, e venerarla, e adorarla, e compiacerla, e darle attenzioni, e rispettarla. non c'è piacere più grande per un uomo della soddisfazione della sua compagna.
nello stesso tempo non c'è soddisfazione più grande per una donna di sentirsi amata, rispettata e venerata dal suo uomo, purché sia un uomo, e si comporti da uomo, e la protegga, la curi, le dia attenzioni, si preoccupi dei suoi bisogni.
questo vogliono le donne, è la loro ontologia. essere rispettate e protette. così una donna può dare tutta se stessa al proprio uomo, in una misura che un uomo non può nemmeno immaginare, con uno spirito di devozione e sacrificio che solo la donna, ontologicamente, ha.
dunque la soluzione non è cambiare le desinenze dei sostantivi, amiche mie.
le desinenze dei sostantivi, la dieta, la palestra, le pari opportunità, le quote rosa sono perversioni della sottocultura capitalista che permea il mondo moderno.
basta con le bugie: smettetela di insistere su un fatto che nessuna di voi ha mai conosciuto. smettetela voi di violentare i vostri uomini, di trattarli come poveri deficienti, di servirvi di loro come utensili, smettetela di riempirvi la bocca di luoghi comuni completamente privi di senso (tipo "le donne sanno fare più cose insieme"), smettetela di essere banali, di dire cose banali, rimasticate, trite e ritrite, smettetela di essere tormentate dal consenso altrui, tornate ad essere quello che siete. gli uomini vi amano per quello che siete, ontologicamente, ovvero accoglienti e conservatrici. le altre donne, le vostre vere rivali, faranno la loro gara, come è in natura. il nuovo femminismo non vi farà trovare alleate, ma nemiche silenziose, e nello stesso tempo perderete quello che più desiderate.
forse il processo è inarrestabile. forse siamo nella curva verso il basso, e solo i nostri pronipoti vedranno un mondo diverso, nel quale l'uomo va a caccia e porta a casa il cibo per la sua famiglia, dopo avere combattuto e vinto e superato molti ostacoli, torna a casa dalla sua donna accogliente e devota e dai suoi figli che lo aspettano e gli corrono incontro, e tutti insieme a tavola si guardano negli occhi e sono felici.
scoreggiato da pim alle ore 15:25
Etichette: questione ontologgica
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