giovedì 7 agosto 2014

il parossismo della paratassi

in una scena del film la messa è finita, il nanni vestito da sacerdote si presenta in una libreria gestita da un suo ex amico, con il quale ai bei tempi, insieme ad altri, pubblicava una rivista engagée. nanni come al solito fa la superstar e se la prende con un cliente che, in cerca di un libro da regalare, si limita a sfogliarne alcuni senza leggere una riga.
il cliente ha ragione.

una volta quando andavo per libri lasciavo che fossero loro a scegliere me. una cosa romantica.
poi sono passato ai segnali. seguivo, indovinavo oscure tracce che mi indirizzavano verso questo o quello.
adesso che sono cresciuto mi sono dato una regola, più o meno, diciamo, sulla falsariga di quella che jeff goldblum riporta ai suoi ex compagni di scuola: non leggere mai più libri in cui i dialoghi occupino più del 10% del testo ovvero dominino periodi lunghi meno di dieci righe. ciò che restringe drasticamente il campo.
pazienza.
arrivo, sfoglio, vedo tante belle pagine di dialoghi, ripongo.
stimo la regola aurea, come la concinnitas ciceroniana (e lui era uno tosto), benché la corrispondenza tra complessità e qualità del testo non sia biunivoca.
thomas pynchon, per fare un grosso nome, segue la mia regola, ma scrive malissimo.
come dice woody allen: "uno può essere coltissimo e non afferrare la realtà oggettiva"; uno può essere coltissimo, una cultura enciclopedica come il thomas, ma non sapere mettere insieme un periodo che dia qualche soddisfazione ai sensi del lettore. ricordando richler, è come lo snooker, si tratta di metterla in buca.

il segno, uno dei segni, della letteratura moderna è la paratassi spinta alle sue estreme possibilità. niente subordinate. niente complicate costruzioni sintattiche. sì. no. bene. ciao. me ne andai. scesi in strada. pioveva. fanculo, presi un taxi. lei non c'era. merda. dovevo arrivare prima.

non è strano. letteratura fast food. mangio un panino al volo. mando una mail. scrivo un messaggio. scrivo un romanzo.

mio figlio ha una specie di programma o non so cosa che gli consente dal suo telefonino di mettere insieme a casaccio brandelli più o meno lunghi di messaggi ricevuti o inviati, e creare file di testo anche lunghissimi, completamente senza senso e quasi del tutto privi di interpunzione.

non so com'è, ma mi fanno ridere un sacco. ed è già tanto.


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